Deriva dal latino acetum, che a sua volta si ricollega con acer “pungente; agro” e si ottiene dalla fermentazione (detta appunto acetica) di liquidi contenenti una debole quantità di alcool (6-8% al massimo in media). La storia dell’aceto è antichissima. Citato ripetutamente dalla Bibbia, se ne sono trovate tracce in un vaso dell’Egitto prefaraonico, vecchio di circa diecimila anni, a testimonianza del fatto che gli Egizi, così come i Babilonesi e i Persiani, lo conobbero e lo impiegarono per la conservazione dei cibi. Del resto, solo grazie all’aceto i generi alimentari potevano allora essere trasportati su lunghi percorsi. Ma l’aceto era anche, unito all’acqua, una bevanda rinfrescante, contadini e viaggiatori dell’antichità ne facevano largo uso. Fu però nel Medioevo che l’arte nel preparare l’aceto cominciò ad avere il suo peso, e nelle prime associazioni c’era il massimo riserbo sulla sua lavorazione. Essendo prodotto da secoli in tante aree geografiche diverse, l’aceto è stato elaborato a partire dai prodotti agricoli più abbondanti e reperibili in ogni zona: dall’uva alle mele, dal malto al pomodoro. Il che si traduce in un ricco e stuzzicante “menu” di aceti diversi.