“Sorgono isolati come scogli nel mare”. I Colli Euganei apparvero così, nella seconda metà del Settecento, al geologo inglese John Strange. E ancora oggi il viaggiatore che si avvicina, da qualsiasi direzione arrivi, rimane colpito dallo svettare improvviso di questi rilievi sul mare piatto della pianura padana. La forma conica ne svela immediatamente l’origine vulcanica, e preannuncia l’essenza di un territorio antico. Addentrandosi verso il cuore degli Euganei, si scopre un mondo che ha preservato un fascino intatto. I rilievi si susseguono disordinati, in un intricato disegno dalle mille sfumature di verde. Pendii boscosi lasciano il posto a valli ampie e luminose, che si stringono poi in strette insenature. Rilievi irti e a volte scoscesi si sciolgono in morbide sinuosità ricamate dai filari dei vigneti, quasi a voler pettinare ordinatamente un territorio
scontroso plasmando la terra con dolcezza. La presenza più antica della vite e del vino nella zona risale all’epoca romana. Tra il IX e il X secolo sono testimoniate le coltivazioni della vite in molti comuni. Antichi borghi, ma anche ville patrizie e castelli testimoniano la lunga ed aristocratica storia dei vini di questi colli e della loro grandiosa espressione contemporanea. È d’altronde proprio intorno al Castello di Lispida, a Monticelli di Monselice, che i nobili Corinaldi, proprietari della tenuta, verso il 1870 impiantarono viti di uve francesi, merlot e cabernet, di fatto avviando la grande storia dei rossi degli Euganei. La vite è vita per questa terra. La storia dei Colli Euganei è ancora una storia di famiglie,
di lavoro in vigna e in cantina.