La zona del Soave si trova a poco più di trenta chilometri da Verona e si estende ai piedi dei Monti Lessini. Questo gruppo montuoso è costituito da una serie di dorsali quasi parallele che degradano dolcemente verso la Pianura Padana e da versanti caratterizzati da una lunga insolazione diurna. La propaggine meridionale è costellata da ambienti a clima mite, accentuata dalla vicinanza al Lago di Garda. In particolare, il territorio, nel quale ricadono parzialmente o per intero i tredici comuni della denominazione, tocca cinque valli: la Valle di Marcellise, la Valle di Mezzane, la Valle d’Illasi, la Valle Tramigna e la Valle d’Alpone. Il territorio era già in epoca romana un pagus, ovvero un distretto di campagna noto per la sua posizione strategica e per la qualità delle sue coltivazioni. Il nome Soave, che suona così leggiadro e delicato, forse deriva dagli antichi Svevi (Suaves), un popolo di origine germanica che calò in Italia con il re longobardo Alboino. Persino Cassiodoro, il ministro del barbaro Teodorico, riferendosi al Soave scrisse: di “bella bianchezza e chiara purità, tanto che si crederebbe nato da gigli”. Dalla notte dei tempi escono partiture firmate da Plinio il Vecchio, Marziale, San Zeno, via via, fino a noti studiosi, scrittori celebrati come Dante, Goethe e D’annunzio. Tutti a testimoniare il passaggio nei secoli del Soave. La zona è una delle più ampie con i suoi 7.000 ettari, forse il vigneto più esteso d’Europa e la regina del Soave è la Garganega, presente al novanta per cento sul territorio.