La storia dell’olivo, dei suoi frutti e dell’olio che da esso si produce si intreccia con la storia delle antiche civiltà. Già nel 5000 a.C. la coltivazione delle olive era praticata nelle regioni del Medio Oriente e da qui si diffuse poi lungo le coste del Mediterraneo, dell’Africa e del Sud Europa. Dobbiamo ai Fenici, con i loro intensi commerci via mare, la diffusione e la conoscenza del prezioso “oro verde” presso tutte le più grandi civiltà dell’area mediterranea, soprattutto in Grecia dove era commercializzato come cibo, ma anche come medicamento, unguento, cosmetico e persino come protezione per gli atleti ed i guerrieri. Furono in seguito i romani ad introdurre e promuovere la coltivazione dell’olivo nei territori conquistati, favorendone la definitiva diffusione in tutta l’area mediterranea. Nel Medioevo vennero recuperati i terreni migliori per la produzione dei cereali di base e per la coltivazione dell’albero di ulivo, grazie all’intuizione di parte della borghesia commerciale, che vedeva nell’olio un commercio fiorente. Nel 1400 l’Italia divenne il maggior produttore di olio d’oliva al mondo. Gli ultimi decenni hanno decretato il successo e la riqualificazione dell’olio, anche grazie al successo della dieta mediterranea. L’olio di oliva è diventato uno dei prodotti alimentari italiani più amati e più esportati nel mondo.