La configurazione della Costiera Amalfitana ha una sua indiscussa scenografia. Lambisce il mare con un andamento da merletto antico e svetta verso il cielo con le cime dei monti.
Dalla costa alla catena dei Monti Lattari, la strada e i terrazzamenti si avvitano in una serie di tornanti scavati nei fianchi della montagna. La poca terra, faticosamente portata quassù a spalla, riempie le zolle strappate alla roccia. È questo, da secoli, l’insediamento dei vigneti che hanno conquistato la DOC, sotto la denominazione Costa d’Amalfi, con le tre sottozone di Furore, Ravello e Tramonti. Larghi in media non più di cinque metri, i terrazzamenti presentano un profilo irregolare imposto dall’anarchia della roccia. Ospitano in media quattro filari di viti disposti a pergola, grazie all’ordinata geometria fatta di pali di castagno. Questa eroica viticoltura regala vini di grande personalità, provenienti da viti ultracentenarie prefillossera.
Numerosi sono i vitigni autoctoni di Tintore, Piedirosso, Pepella, Falanghina e Ginestra che imprigionano nei loro grappoli la storia, i profumi e i sapori di questa antica terra.