Nabù: Bollicine Ribelli e Rosati d’Altura

Nabù: Bollicine Ribelli e Rosati d’Altura

Nabù: Agosto è il cuore pulsante dell’estate, il mese in cui la luce sembra non spegnersi mai e ogni occasione è buona per ritrovarsi attorno a una tavola imbandita o per stappare qualcosa di speciale al tramonto. È il momento ideale per sperimentare vini che sappiano esprimere freschezza e carattere, e Nabù – piccola cantina di Casteggio (PV) – sembra nata proprio per interpretare questa esigenza.

Con la sua produzione mirata e la capacità di uscire dagli schemi, Nabù propone due etichette che non solo sanno conquistare al primo sorso, ma rappresentano anche una vera dichiarazione d’intenti: un Metodo Classico e un rosato che parlano la lingua dell’estate senza scendere a compromessi.

Oltrepò Pavese: la culla di un patrimonio enologico

L’Oltrepò Pavese, conosciuto anche come “Vecchio Piemonte”, è una delle aree vitivinicole più affascinanti e complesse del nostro Paese. Situato in Lombardia ma incastonato tra Emilia, Piemonte e Liguria, il territorio si estende su 16.000 ettari di vigneti che rappresentano un mosaico straordinario di varietà e terroir. Qui la Croatina (4.000 ettari) e la Barbera (3.000 ettari) convivono con vitigni nobili come Pinot Nero, Riesling e Moscato, ognuno esprimendo sfumature differenti a seconda delle esposizioni e dei suoli. 

Questo ventaglio di possibilità ha reso l’Oltrepò un laboratorio ideale per la spumantizzazione Metodo Classico, tanto che oggi le sue bollicine competono senza timore con quelle delle più blasonate regioni europee. Ma non solo spumanti: i vini fermi dell’Oltrepò raccontano la stessa cura e lo stesso rigore tecnico, con una profondità che li rende riconoscibili agli esperti e sorprendenti per chi li scopre per la prima volta.

Nabù: la precisione artigianale che non teme l’originalità

In mezzo a queste colline che salgono fino a 450 metri d’altitudine, tra Montalto Pavese e Pietra de’ Giorgi, prende vita Nabù, una cantina a conduzione familiare che fa della selezione estrema e della ricerca dell’equilibrio i suoi punti di forza. 

Le vigne, alcune delle quali superano i cinquant’anni, affondano le radici in terreni prevalentemente sabbiosi che regalano concentrazione aromatica e longevità ai vini. La filosofia della cantina è chiara: lavorare con rigore tecnico senza perdere la voglia di sperimentare. 

Da questa visione nascono due etichette che rappresentano perfettamente la dualità di Nabù. Rosato Celeste è un Metodo Classico ottenuto da barbera e croatina, varietà solitamente poco utilizzate per gli spumanti ma qui protagoniste di una bollicina dal profilo elegante e sorprendente. Marachella, invece, è un rosato fresco e diretto che cattura la parte più leggera e spensierata dell’estate, con note fruttate e una piacevolezza immediata. Entrambi i vini hanno una versatilità tale da renderli perfetti per un aperitivo al tramonto, ma non temono di accompagnare piatti strutturati e abbinamenti più audaci.

La selezione di Luglio

Nabù: Bollicine Ribelli e Rosati d’Altura

Rosato Celeste
50% barbera 50% croatina

Spumante Metodo Classico nato da un abbinamento tanto coraggioso quanto originale: barbera e croatina, varietà che raramente vengono scelte per questa tipologia di vinificazione. Le vigne conferiscono al vino complessità ed eleganza, mentre la doppia vendemmia – effettuata in momenti distinti – regala profondità aromatica e grande equilibrio. Al naso si riconoscono nuance di frutta rossa che si intrecciano a una freschezza vibrante e a una mineralità di rara precisione. La maturazione di 12 mesi sui lieviti e un dosaggio di 6 g/l completano il profilo di un Metodo Classico dallo stile unico.

Marachella
barbera, croatina

Le uve vengono raccolte separatamente e sottoposte a pressatura soffice con contatto sulle bucce, ottenendo rese complessive del 50% e un affinamento in vasche di cemento. Il risultato è un rosato dal bouquet complesso e vivace, sostenuto da un’acidità nitida che dona energia e tensione al sorso. Al palato si esprime con immediatezza, grande bevibilità e una piacevole vena giocosa che lo rende perfetto per ogni momento dell’estate.

Nabù: Bollicine Ribelli e Rosati d’Altura

Agosto non aspetta: il momento di alzare l’asticella

In un mese in cui la ricerca del vino giusto diventa quasi un rituale estivo, Nabù dimostra che è possibile coniugare tecnicità, territorialità e un pizzico di irriverenza. Non si tratta semplicemente di “scoprire l’Oltrepò Pavese”, ma di accettare la sfida di uscire dalla propria comfort zone. Rosato Celeste e Marachella sono due inviti chiari a ripensare il modo in cui viviamo l’estate: con la curiosità di chi non si accontenta, con la voglia di alzare l’asticella della qualità e con la consapevolezza che dietro ogni bottiglia c’è un terroir che vale la pena conoscere a fondo….

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Progetto Eméa: la giovane firma artigianale di Gralò

Progetto Eméa. Il sole sembra rallentare ogni movimento e la luce avvolge dolcemente i paesaggi: cresce il desiderio di qualcosa che sappia di semplicità autentica e genuina freschezza. È il tempo ideale per scoprire vini che sono frutto di mani giovani, menti visionarie e cuori innamorati del proprio territorio.

In questa atmosfera di giorni lunghi e ritmi rallentati, incontriamo Eméa, un progetto che respira l’essenza più autentica e artigianale della Franciacorta, portando in ogni calice una storia giovane, intensa e straordinariamente curata.

Il nome “Eméa” nasce da un gioco di lettere ispirato al motto “Let the moment sparkle”: un invito a vivere ogni istante con intensità e luce propria, proprio come le bollicine che salgono leggere nel calice.

Gralò: un sogno diventato vino grazie al Progetto Eméa

Gralò nasce nel 2016 dall’entusiasmo e dalla passione condivisa di due giovani, Graziana e Lorenzo, legati dalla vita e da un sogno comune: creare vini che fossero esperienze sensoriali e autentiche espressioni territoriali. Con determinazione e cura maniacale per i dettagli, scelgono 4 ettari nelle colline moreniche della Franciacorta, territorio noto nel mondo per la sua innata vocazione vinicola.

Qui i vitigni di Chardonnay, varietà nobili, diventano protagoniste del Progetto Eméa nel 2022. La filosofia di Gralò è chiara: equilibrio con la natura, sostenibilità concreta e rispetto per ogni fase del processo produttivo. Una visione artigianale che punta sull’autenticità e sulla valorizzazione della qualità intrinseca del territorio.

Ogni vendemmia, ogni bottiglia, sono figlie della cura nei dettagli, dalla selezione manuale delle uve fino alle tecniche di vinificazione che preservano ed esaltano le caratteristiche peculiari del terroir.

Franciacorta: il territorio che parla di finezza

La Franciacorta non è semplicemente un territorio, è un’identità ben precisa, fatta di colline moreniche originate dal ritiro dei ghiacciai, che hanno lasciato in eredità terreni ricchi di minerali e ciottoli. Questa composizione geologica conferisce ai vini caratteristiche uniche di mineralità, freschezza e struttura. Il clima, mitigato dal vicino Lago d’Iseo e dalle Alpi che fungono da barriera naturale, regala escursioni termiche ideali per la maturazione ottimale delle uve, specialmente per Chardonnay e Pinot Nero, che qui trovano il loro ambiente ideale per esprimersi al meglio.

La zona della Franciacorta, riconosciuta a livello internazionale per il Metodo Classico italiano, presenta un disciplinare rigoroso che tutela qualità e autenticità dei prodotti. Proprio in questo scenario, Eméa valorizza le caratteristiche del territorio attraverso tecniche di coltivazione a basso impatto ambientale e una vinificazione attenta che esalta la purezza espressiva dello Chardonnay. 

Nei suoi vini Extra Brut e Satèn, Eméa cattura perfettamente il carattere distintivo della Franciacorta: finezza, eleganza aromatica, bollicine sottili e persistenti e una piacevole mineralità che rende ogni degustazione un’esperienza raffinata e memorabile.

Progetto Eméa: la selezione di Luglio

Per questo mese proponiamo una selezione che racconta tutta la raffinatezza del progetto Eméa. Due Franciacorta d’eccellenza e un Metodo Classico ciascuno con un’identità distinta: il Metodo Classico “Con Grazia”, complesso e ricco; un Franciacorta Extra Brut, fresco ed equilibrato; e il Franciacorta Satèn, elegante e vellutato.

Eméa Metodo Classico – Con Grazia

100% Chardonnay

È un Metodo Classico realizzato esclusivamente con Chardonnay proveniente da quattro annate differenti. Le uve vengono raccolte manualmente, pressate delicatamente e il mosto ottenuto è selezionato accuratamente per esaltarne l’eleganza. Nel calice, il vino appare di un luminoso giallo paglierino con sfumature dorate e un perlage fine. Al naso emergono aromi intensi di miele, frutti maturi e lievi note burrose. Il gusto è pieno e sapido, con un finale lungo e ricco di profumi. Questo vino rappresenta in modo armonico la fusione di più annate, con una maturazione di 70 mesi sui lieviti e nessun dosaggio aggiunto.

Eméa Franciacorta Extra Brut

100% Chardonnay

Un Franciacorta caratterizzato da un colore giallo paglierino luminoso con riflessi verdi e un perlage persistente e delicato. I profumi richiamano immediatamente frutta fresca a polpa gialla, con note aromatiche fragranti e pulite. In bocca si presenta equilibrato, fresco e sapido, con una struttura decisa ma piacevole. Il finale è lungo, coerente ed elegante. Affina sui lieviti per 24 mesi, con un dosaggio finale di 4 grammi per litro.

Eméa Franciacorta Satèn

100% Chardonnay

Questo Satèn Brut si presenta con un luminoso colore giallo paglierino e un perlage estremamente fine e persistente. Al naso sprigiona aromi delicati di agrumi, fiori bianchi e una sfumatura dolce di miele. Al palato risulta morbido, cremoso e ben equilibrato, con una freschezza che sostiene perfettamente la sua struttura delicata. Il finale è armonioso e persistente, esaltando la tipica eleganza del Satèn. Affinamento sui lieviti per 24 mesi e dosaggio finale di 4 grammi per litro.

Un invito a riscoprire la bellezza del dettaglio

Scegliere Eméa significa scegliere vini che raccontano storie vere, fatte di dettagli curati e mani giovani, di impegno artigianale e rispetto assoluto per la natura. Non è solo bere un calice, è riscoprire la bellezza di ciò che nasce lentamente, attentamente, nel pieno rispetto del tempo e delle stagioni. È un invito a godere dell’autenticità pura, lontana dai clamori e vicina alla terra. Eméa è il vino per chi sa apprezzare la cura, la pazienza e la semplicità di un gesto ben fatto, un’esperienza che ci riporta alla vera essenza del piacere e della convivialità.

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In Apnea: un tuffo nelle acque del Lago di Como

Apnea. Con l’estate alle porte e il caldo che reclama attenzione, si fa strada un desiderio profondo di freschezza, di quiete, di pause sospese in cui ritrovare se stessi.

Giugno è quel mese in cui la luce sembra non voler tramontare mai… In queste giornate di sole ardente e voglia di evadere dalla frenesia, il Lago di Como custodisce un segreto silenzioso e affascinante: bottiglie di vino adagiate nelle sue profondità, affidate al tempo lento delle sue correnti. È qui, nelle acque calme e scure del lago, che si affina Apnea, un vino che sceglie di respirare diversamente.

Ca' di Frara: un secolo di passione e tradizione

La storia di Ca’ di Frara inizia nel 1905, quando Giovanni Bellani, spinto da una visione chiara e coraggiosa, acquistò alcuni appezzamenti di terreno particolarmente vocati alla viticoltura nel comune di Mornico Losana, nella frazione di Casa Ferrari – conosciuta localmente come Ca’ di Frara. Un nome che, nel tempo, è diventato sinonimo di eccellenza enologica e dedizione assoluta alla terra.

Con il passare degli anni, l’azienda ha ampliato il proprio patrimonio viticolo includendo vigneti nel vicino comune di Oliva Gessi, creando così una vera e propria oasi protetta. Le colline disegnano un anfiteatro naturale che ripara le viti dai venti più intensi, regalando un microclima straordinario: inverni miti, estati calde ma ventilate. È in questo equilibrio perfetto tra geografia, clima e know-how tramandato da generazioni che nascono i vini firmati Ca’ di Frara.

Con oltre 110 anni di esperienza alle spalle, l’azienda continua a innovare senza mai tradire la propria identità. L’espressione più audace di questa visione è la linea Apnea, un progetto che rilegge il metodo classico con uno spirito fuori dagli schemi.

Prodotti esclusivamente con Pinot Nero in purezza, sia nella versione Brut che Rosé, i vini Apnea affrontano un percorso di affinamento sorprendente: le bottiglie non sono semplicemente adagiate sul fondo del lago, ma ancorate ad esso in modo da rimanere sospese nelle acque profonde. Questo permette il cosiddetto remuage perpetuo, un movimento naturale e costante delle bottiglie favorito dalle correnti lacustri, trasformando la tecnica in poesia. Un approccio innovativo che unisce tradizione e intuizione, lasciando che sia la natura a guidare l’evoluzione del vino.

Remuage perpetuo: quando la natura diventa enologo

Nel metodo classico, il remuage è il passaggio essenziale per la chiarificazione del vino: le bottiglie vengono ruotate progressivamente, a mano o meccanicamente, per spostare i lieviti esausti verso il collo e prepararle alla sboccatura. 

Questo processo, che richiede precisione e costanza, è normalmente affidato alla sapienza di enologi esperti e all’utilizzo di apposite pupitres. Ma Ca’ di Frara ha scelto una strada completamente diversa, innovativa e coraggiosa, affidando questo delicato compito alle acque profonde del Lago di Como.

Nasce così il “remuage perpetuo”, un metodo naturale e sorprendentemente efficace dove le correnti lacustri, con movimenti delicati e costanti, svolgono il ruolo dell’uomo. 

Le bottiglie vengono adagiate sul fondo del lago, a 15 metri di profondità, dove la temperatura rimane stabile tutto l’anno tra gli 8° e i 12°C. In realtà, le bottiglie sono ancorate al fondo in modo da rimanere sospese nelle correnti naturali. Questo posizionamento permette un movimento costante e regolare che sostituisce il tradizionale remuage manuale. Qui, lentamente e con un ritmo quasi ipnotico, il vino evolve in maniera unica, mantenendo i lieviti in sospensione e garantendo una maturazione armoniosa, complessa e ricca di sfumature sottili che difficilmente si otterrebbero in superficie.

Selezione di Giugno: il vino che emerge dalle profondità

Apnea e Apnea Rosé sono vini che evocano l’essenza stessa del lago: freschi, intensi, carichi di una mineralità sottile che ricorda la pietra umida e il silenzio delle profondità. Sono vini perfetti da gustare quando la calura estiva invita a un sorso lento, contemplativo, magari al tramonto, quando la luce si riflette sull’acqua e tutto sembra fermarsi un istante.

Apnea
100% pinot nero

Apnea è l’essenza più pura del Pinot Nero, interpretata con precisione e profondità. Le uve vengono vinificate in bianco e avviate a un affinamento del tutto inusuale: le bottiglie riposano per 24 mesi nelle acque del Lago di Como, dove le correnti naturali generano un remuage perpetuo. Segue un periodo di tre mesi per la sedimentazione e almeno sei mesi di riposo post sboccatura. Un metodo classico fuori dagli schemi, pensato per chi cerca freschezza, struttura ed equilibrio in un’unica esperienza. La maturazione sui lieviti dura complessivamente 24 mesi, con un dosaggio finale di 3 grammi per litro.

Apnea Rosé
100% pinot nero

Apnea Rosé nasce da un’attenta selezione di Pinot Nero vinificato in parte in bianco e in parte in rosato, dando vita a un assemblaggio equilibrato e contemporaneo. Anche in questo caso, le bottiglie vengono immerse nel Lago di Como per 24 mesi, dove le correnti sostituiscono il remuage tradizionale con un movimento costante e naturale. Dopo l’affinamento subacqueo, il vino riposa ulteriori tre mesi per la sedimentazione e almeno sei mesi post sboccatura. Un rosé dal carattere distintivo, che unisce eleganza e bevibilità con uno stile unico e sorprendente. La maturazione sui lieviti dura complessivamente 24 mesi, con un dosaggio finale di 3 grammi per litro.

Un sorso oltre la superficie

In un mondo che corre veloce, Apnea si muove in un tempo diverso, quello dell’attesa, del silenzio e della profondità. È immergersi in un racconto fatto di acque lente, di correnti gentili e di pazienza assoluta. È il vino di chi sa ascoltare e osservare, di chi desidera connettersi con la natura nel modo più autentico possibile.

Apnea è il risultato di una scommessa audace, quella di rallentare, di abbandonare le consuete regole e fidarsi del ritmo placido del lago. In ogni sorso si percepiscono la cura, l’innovazione e la dedizione che hanno trasformato un’idea visionaria in realtà. È un vino che non cerca di stupire con la forza, ma che racconta con semplicità un viaggio incredibile sotto il pelo dell’acqua. Apnea, in fondo, non è soltanto un vino: è un invito a esplorare, a fermarsi, a godere dell’essenza stessa del tempo sospeso.

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Vini Fioriti: il profumo della primavera in un bicchiere

Vini Fioriti: il profumo della primavera in un bicchiere

Vini fioriti: con l’arrivo della primavera, il vino torna a dialogare in modo più diretto con l’olfatto. I mesi più miti coincidono con una naturale predisposizione del corpo – e della mente – a percepire profumi leggeri, freschi, eterei. In questo contesto sensoriale si inserisce perfettamente una specifica categoria enologica: quella dei vini fioriti, vini caratterizzati da una marcata presenza di note floreali al naso, in grado di evocare fiori freschi, secchi o essiccati con una precisione talvolta sorprendente.

Tuttavia, al di là del fascino evocativo, il termine “fiorito” non è solo una licenza poetica: è un’indicazione tecnica, legata alla presenza di specifici composti aromatici – principalmente terpeni – che si formano nel corso del ciclo di vita dell’uva o durante la fermentazione.

I vini fioriti: definizione e caratteristiche

Nel linguaggio della degustazione, la parola “fiorito” indica una famiglia olfattiva ben precisa, distinta dalle più comuni note fruttate, speziate o boisée. Tuttavia, l’etichetta di “vino fiorito” non si applica indiscriminatamente a tutti i vini che mostrano un vago sentore floreale. Si parla di vino fiorito quando il bouquet aromatico è dominato da profumi che ricordano specificamente i fiori, in modo chiaro, riconoscibile e persistente.

Tali caratteristiche non dipendono da un solo fattore, ma dalla combinazione tra vitigno, terroir e stile enologico. Si tratta di una precisa identità sensoriale che può manifestarsi sia in vitigni aromatici, sia in varietà più neutre, a patto che le condizioni ambientali e le scelte di cantina ne favoriscano lo sviluppo. I vini fioriti, pertanto, non sono una nicchia estetica: rappresentano un’interessante espressione del vino come prodotto culturale, in grado di veicolare eleganza e leggerezza con profondità.

Dal punto di vista sensoriale, i vini fioriti sono:

  • aromaticamente nitidi, con sentori immediatamente riconoscibili;
  • leggeri nella struttura, ma spesso con buona acidità e finezza;
  • trasversali: possono essere bianchi, rosati e anche alcuni rossi giovani;
  • versatili negli abbinamenti, soprattutto con piatti delicati, primaverili, o speziati a base vegetale.

La chimica del profumo: da dove arrivano gli aromi floreali?

L’aromaticità di un vino non è un elemento decorativo, ma un aspetto fondante della sua identità sensoriale. In particolare, le note floreali derivano da precisi composti chimici, in larga parte appartenenti alla famiglia dei terpeni. La presenza, la quantità e l’intensità di queste molecole aromatiche dipendono da una complessa interazione tra genetica della vite, fattori ambientali e processi microbiologici durante la vinificazione.

È importante sottolineare che questi aromi non vengono aggiunti né sono frutto di manipolazioni esterne. Al contrario, sono contenuti all’interno dell’uva stessa sotto forma di precursori aromatici, spesso legati a zuccheri e inattivi a livello olfattivo. Solo durante la fermentazione, e grazie all’azione dei lieviti, queste molecole vengono rilasciate, rendendo percepibili i profumi caratteristici. I principali responsabili delle note floreali sono:

  • Linalolo, che richiama lavanda, arancia e bergamotto;
  • Geraniolo, associato alla rosa e al geranio;
  • Citronellolo, che evoca sentori di rosa e agrumi;
  • Nerolo, con richiami a fiori d’arancio e freschezza erbacea.

A questi si aggiungono altri composti volatili – alcoli superiori, esteri, aldeidi – che possono contribuire al profilo floreale, in particolare in fase fermentativa o durante l’affinamento sui lieviti.

Vini fioriti: i principali fiori nel bicchiere

Le note floreali non sono tutte uguali: ciascun fiore porta con sé una specifica identità olfattiva, riconoscibile a livello sensoriale e legata a precise varietà o condizioni di vinificazione. Riconoscere questi sentori significa sviluppare un lessico olfattivo più ricco, ma anche comprendere meglio l’origine territoriale e stilistica del vino. Di seguito, alcuni dei fiori più rappresentativi e ricorrenti nella degustazione enologica:


Violetta

Delicata ma incisiva, la violetta è una nota tipica di alcuni rossi eleganti, in particolare Nebbiolo, Syrah e Pinot Nero coltivati in climi freschi. È una fragranza sottile, che si manifesta spesso in annate giovani, e può derivare dalla sinergia tra antociani, pirazine e precursori fenolici.


Rosa canina

Una delle espressioni più riconoscibili tra i vitigni aromatici. Presente soprattutto in Gewürztraminer, Moscato e Brachetto, la rosa canina è associata al geraniolo, terpene che conferisce una dolcezza olfattiva elegante, mai invasiva, spesso arricchita da sfumature balsamiche o vegetali.


Fiori bianchi

Ampia categoria che comprende acacia, gelsomino, zagara e camomilla. Tipica di numerosi bianchi giovani e freschi – Sauvignon Blanc, Vermentino, Albariño, Chenin Blanc – segnala uno stile orientato alla fragranza, alla pulizia aromatica e alla giovinezza espressiva.


Biancospino

Meno immediato ma estremamente raffinato, il biancospino compare in vini di altitudine o di climi temperati, come Gavi, Soave, Kerner, Sylvaner. È una nota di fondo, talvolta “gessosa”, che si accompagna bene a profili minerali e acidità marcata, conferendo profondità e persistenza.

La nostra selezione di Maggio

Vini Fioriti: il profumo della primavera in un bicchiere

Langhe Rosato Le Macaline DOC | Ciabot Berton

100% nebbiolo

Le vigne, con un’età media di circa 20 anni, sorgono su suoli calcareo-sabbiosi nella zona di La Morra. Dopo una pressatura soffice, il mosto rimane brevemente a contatto con le bucce prima di una decantazione statica e fermentazione controllata a 18 °C. Il colore è un cerasuolo tenue. Il profilo olfattivo si apre su piccoli frutti rossi (fragola, lampone, ribes), accompagnati da marcate note floreali di rosa canina e viola. Al palato, equilibrio tra freschezza e morbidezza, con una buona struttura e una chiara impronta sapida. Produzione limitata: 4.000 bottiglie l’anno.

l’Andrea – Soave Classico DOC | Andrea Bolla

100% garganega

Dal colore giallo paglierino con riflessi verdolini, questo Soave fermenta e affina esclusivamente in acciaio, mantenendo un profilo puro ed essenziale. L’olfatto è verticale, dominato da una mineralità quasi vulcanica e da un bouquet di fiori bianchi e vegetali freschi. In bocca, il sorso è teso, salino, con una chiusura minerale e fresca. Maturazione in acciaio sui lieviti per almeno 6 mesi, seguita da 3 mesi di affinamento in bottiglia.

Vini Fioriti: il profumo della primavera in un bicchiere
Vini Fioriti: il profumo della primavera in un bicchiere

L’Apiro Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico DOC | Cantine Mariotti

100% verdicchio

Vino dedicato all’omonimo borgo, prodotto con uve raccolte all’alba per preservare l’aromaticità tipica dei vecchi cloni di Verdicchio. Alla vista si presenta giallo paglierino. Al naso risulta pulito e austero, con sentori di biancospino, frutta a polpa bianca e accenti di vegetazione spontanea tipica dei vigneti collinari. In bocca emergono note minerali e un finale delicatamente ammandorlato, coerente con la tipicità del vitigno.

Non solo primavera…

I vini fioriti non sono legati esclusivamente alla stagione primaverile, ma questa ne rappresenta senza dubbio il momento più evocativo. Si tratta di vini che richiedono attenzione, un naso allenato e un certo grado di sensibilità degustativa. Offrono molto a chi sa coglierne le sfumature e rappresentano una delle espressioni più sottili, ma affascinanti, del vasto panorama enologico…

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Champagne Rosé: due bottiglie per innamorarvi

Champagne Rosé: due bottiglie per innamorarvi

Febbraio è il mese dell’amore, un periodo in cui ogni gesto sembra più significativo. San Valentino è l’occasione ideale per esprimere i sentimenti più profondi e celebrare il sentimento con un brindisi che parli di eleganza e affetto. E cosa c’è di più romantico che brindare con un raffinato champagne rosé, il vino che con il suo colore rosato evoca tenerezza e raffinatezza, accompagnando ogni momento di condivisione con una dolcezza unica?

Il rosé, con il suo fascino senza tempo, ci ha ispirato nella scelta della nostra selezione di Febbraio: in questo articolo vi guideremo alla scoperta di due straordinari prodotti, che rappresentano l’eccellenza delle maison di Champagne.

Champagne Rosé: il fascino di un’arte senza tempo

Lo champagne rosé si distingue per il suo processo di vinificazione e le sue caratteristiche uniche. La sua produzione avviene principalmente con due tecniche: l’assemblaggio e il salasso (“saignée”). Nel primo caso, si mescolano vino bianco e una piccola quantità di vino rosso. Questo processo permette di ottenere il colore rosato e arricchire il profilo aromatico con note di frutta rossa tipiche del Pinot Noir o Pinot Meunier. Nel salasso (“saignée”), invece, il mosto rimane a contatto con le bucce per 2-3 giorni: in questo modo si estraggono il colore e gli aromi senza compromettere la freschezza del vino.

Dal punto di vista organolettico, lo champagne rosé si caratterizza per una spiccata freschezza e una piacevole vivacità, con note fruttate che spaziano dai frutti rossi (come fragola e lampone) a delicate sfumature agrumate e floreali. La struttura di questo vino è equilibrata, grazie alla combinazione tra acidità e la morbidezza data dalla maturazione sui lieviti. A seconda del dosaggio (quantità di zucchero aggiunto dopo la fermentazione), lo champagne rosé può essere più o meno dolce, ma solitamente si predilige una versione Brut, che esprime meglio la sua freschezza e complessità.

Il periodo di affinamento sui lieviti è un altro elemento distintivo del rosé: le cuvée di qualità, infatti, possono maturare anche per più di 24 mesi, acquisendo così una maggiore complessità e profondità. Durante questo periodo, il contatto con le fecce aiuta a sviluppare aromi più ricchi e una texture setosa al palato, che dona al vino una lunghezza e una persistenza superiore. Il risultato finale è un champagne rosé capace di offrire un’esperienza sensoriale completa, dove la freschezza iniziale lascia spazio a una delicata evoluzione di aromi e sapori nel corso della degustazione.

Le maison che firmano l’eccellenza

Huguenot-Tassin – Tradizione e rispetto per la natura

A Celles-sur-Ource, nel cuore della Côte des Bar, la maison Huguenot-Tassin incarna il perfetto equilibrio tra tradizione familiare e innovazione. Fondata nel 1984, la proprietà di circa 7 ettari è gestita oggi da Edouard Huguenot, giovane talento che ha portato un tocco di modernità alle tecniche di vinificazione, sempre rispettando i ritmi della natura. Le vigne, coltivate secondo metodi biologici e biodinamici, donano vini ricchi di carattere, in cui il rispetto per il pianeta si sposa con la ricerca del piacere autentico.

Désautels-Cuiret – Eleganza e passione dal Grand Cru

Nata nel 1992 ad Oger, villaggio Grand Cru nella prestigiosa Côte des Blancs, la maison Désautels-Cuiret è sinonimo di eleganza e precisione. La famiglia, giunta ormai alla seconda generazione con Christophe e Romain, lavora i propri 5 ettari di vigneti con una filosofia che punta alla sostenibilità e alla valorizzazione del terroir. Il risultato sono champagne di rara finezza, capaci di raccontare il fascino della tradizione attraverso un sorso che rimane nel cuore.

Due bottiglie Champagne Rosé per celebrare l’amore: la nostra selezione di Febbraio

Champagne Rosé: due bottiglie per innamorarvi

Rosé Brut Grand Cru

90% chardonnay 10% pinot noir

Un blend che unisce il meglio di due terroir d’eccellenza: lo chardonnay Grand Cru di Oger, con la sua freschezza e raffinatezza, e il pinot noir Grand Cru di Ay, vinificato in rosso per regalare note di frutta matura e spezie. Questo champagne è un’esplosione di freschezza e golosità, con sentori agrumati che avvolgono il palato. La fermentazione malo-lattica naturale e una maturazione di almeno 24 mesi su fecce ne esaltano la complessità. Il dosaggio equilibrato di 8 g/l lo rende perfetto per brindisi ricchi di emozioni.

Les Fioles Rosées
95% pinot noir 5% chardonnay

Un rosé di macerazione che esprime la massima autenticità. Prodotto da una sola parcella e una sola annata, questo vino racconta la specificità del terroir e dell’annata con una personalità unica. Vinificato secondo l’antica tecnica del saignée, prevede una breve macerazione di 2-3 giorni che dona colore e intensità. Il risultato è un rosé complesso, strutturato e avvolgente, con aromi fruttati che conquistano fin dal primo sorso. La maturazione su fecce completa il profilo di questo champagne straordinario.

Champagne Rosé: due bottiglie per innamorarvi

Concludi il tuo San Valentino con un brindisi al cuore

Scegliere uno champagne rosé per San Valentino significa optare per una bevanda che racchiude in sé storia, tradizione e una straordinaria maestria artigianale. 

Il Rosé Brut Grand Cru e Les Fioles Rosées sono esempi perfetti di come l’eccellenza nella produzione di champagne possa tradursi in un’esperienza sensoriale. Sorseggiando queste cuvée straordinarie, il vostro San Valentino diventerà molto più di una semplice ricorrenza: sarà un’occasione per vivere ogni dettaglio con intensità, per celebrare l’amore con un vino che sa emozionare, che avvolge il palato e che, in ogni bollicina, porta con sé il piacere di un’esperienza senza tempo.

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Whisky e cocktail caldi: l’antidoto alla tristezza

Whisky e cocktail caldi: l'antidoto alla tristezza

Whisky e cocktail caldi: il mese di gennaio porta con sé un mix di emozioni contrastanti… le festività natalizie sono un ricordo ormai lontano, le giornate sono ancora corte, e il freddo invernale sembra non voler concedere tregua. La primavera è un miraggio distante e, per molti, il rientro alla routine quotidiana può amplificare una sensazione di malinconia. Quale migliore antidoto a questa atmosfera se non un momento di calore, convivialità e piacere? 

Un bicchiere di whisky o un cocktail caldo a base di whisky possono trasformare un gelido pomeriggio in un’esperienza avvolgente, perfetta per riscoprire il piacere delle piccole cose. Dopo tutto, Bereepassione non è solo vino, ma anche la celebrazione di distillati d’eccellenza come il whisky, in grado di scaldare corpo e spirito.

Whisky: origini e fascino senza tempo

Il whisky è un distillato ottenuto dalla fermentazione e dalla successiva distillazione di cereali, come orzo, mais, segale o grano, spesso invecchiato in botti di legno per sviluppare aromi e sapori complessi. Le sue origini risalgono a tempi antichi, quando la popolazione vichingo-gaelica, insediata nelle terre della Scozia occidentale e lungo il Mare d’Irlanda intorno al 500 d.C., iniziò a sperimentare la distillazione di cereali fermentati. Furono poi i monaci cristiani a perfezionare questa tecnica, distillando un prodotto che chiamarono “uisge beatha”, il cui nome gaelico significa “acqua della vita”.

Il malto, in particolare, è uno degli ingredienti fondamentali nella produzione del whisky, in particolare del Single Malt Scotch Whisky. Si ottiene dalla germinazione controllata dei chicchi d’orzo, un processo che li trasforma in un materiale ricco di zuccheri fermentabili. Dopo la germinazione, l’orzo maltato viene essiccato, spesso utilizzando fuochi alimentati da torba, il che può conferire al whisky il caratteristico aroma affumicato.

Il malto non solo apporta zuccheri essenziali per la fermentazione, ma contribuisce anche a definire il profilo aromatico e il corpo del distillato, rendendolo più complesso e strutturato. Nei whisky di qualità, come i Single Malt, il malto è l’unico cereale utilizzato.

Cocktail caldi a base di Whisky: comfort e creatività

Quando le temperature si abbassano e il freddo avvolge le giornate, non c’è niente di meglio di un cocktail caldo a base di whisky per riscaldarsi e ritrovare il buonumore. Questo distillato, con la sua versatilità e il suo carattere avvolgente, è l’ingrediente ideale per creare bevande aromatiche e confortevoli, perfette per coccolarsi davanti al camino o per condividere un momento speciale con amici e famiglia.

Grazie alla sua complessità e alle sue sfumature di gusto, il whisky si presta a un’ampia varietà di preparazioni, dalle più classiche alle più creative. Ecco alcune idee per sperimentare e lasciarsi conquistare:

Non resta che mettersi comodi, preparare il proprio cocktail preferito e lasciarsi avvolgere dalla magia di questa stagione.

Domaine de Lasdoux: Dove la Tradizione Diventa Arte

Tra le dolci colline di Angeac Charente, nel cuore pulsante della regione francese di Cognac, sorge il Domaine de Lasdoux, un luogo dove la tradizione secolare si intreccia con l’arte raffinata della distillazione. Da oltre tre secoli, questa straordinaria tenuta è custodita dalla famiglia Lhéraud, che dal 1680 ha trasformato il Domaine in un simbolo di eccellenza e savoir-faire artigianale. Ogni generazione ha saputo tramandare con passione e rispetto un’eredità preziosa, fatta di maestria e profondo legame con il terroir.

Il cuore della produzione è l’Ugni Blanc, un vitigno considerato ideale per ottenere distillati di altissima qualità. Coltivato con cura e trasformato con tecniche sapienti, dà vita a liquori dalla purezza e dal carattere inconfondibili. Questo processo si completa nell’iconica cantina “Paradis”, un luogo intriso di storia e spiritualità, costruito in epoca medievale per accogliere i pellegrini in cammino verso il santuario di Santiago de Compostela. Qui, il tempo sembra rallentare, mentre il legno delle botti e l’aria della Charente lavorano in armonia per regalare al distillato sfumature complesse e uniche.

Se il Cognac rimane il gioiello per eccellenza della famiglia Lhéraud, dal 1970 il Domaine ha ampliato il suo universo, dando vita anche al Pineau des Charentes, al Bas Armagnac – la più antica acquavite di Francia – e, più di recente, a un sorprendente whisky. Questo ultimo nato, che fonde tradizione e innovazione, rappresenta l’ambizione del Domaine di continuare a esplorare e innovare, restando fedele al proprio patrimonio di eccellenza.

La nostra selezione

Whisky e cocktail caldi: l'antidoto alla tristezza

Whisky Original Single Malt
100% malto francese

Un prodotto raffinato, frutto di un’attenta lavorazione in alambicchi tradizionali e di un processo meticoloso curato nei minimi dettagli. Per il suo affinamento, sono state scelte botti americane nuove con diverse tostature – media, alta e carbonizzata – per rispettare la tradizione, arricchendolo però di una personalità moderna e originale. Dopo quattro anni di maturazione nelle storiche cantine, questo distillato si rivela autentico e pieno di carattere. Al naso, emergono vivaci note di frutta gialla e accenti esotici, armonizzati da sentori di cereali e una lieve mineralità. In bocca, la struttura è avvolgente e ben bilanciata: il cioccolato fondente abbraccia i toni fruttati, creando un equilibrio sorprendente e affascinante.

L'arte della degustazione

Assaporato in purezza, per immergersi nelle sue sfumature più autentiche, o utilizzato come cuore di un cocktail ricercato, il whisky è un vero e proprio viaggio sensoriale. Il Domaine de Lasdoux, con il suo Whisky Original Single Malt, offre uno sguardo unico a questo prodotto: un distillato che racconta del proprio terroir, di tradizione e audacia artigianale, pronto a stupire anche gli intenditori più esperti.

E quando l’inverno si allunga, con il suo freddo che sembra senza fine, perché non trasformarlo in un’occasione per sperimentare? Il whisky non è solo una bevanda: è un invito a lasciarsi avvolgere, a esplorare e a reinventare il piacere.

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Champagne: il Re dei Vini e delle Feste Natalizie

Champagne: il Re dei Vini e delle Feste

Non esiste un brindisi senza Champagne, il “re dei vini”. Questo straordinario spumante, simbolo di eleganza e festa, accompagna da secoli i momenti più importanti della nostra vita. Niente incarna meglio lo spirito delle festività natalizie e del Capodanno di un calice di Champagne, capace di trasformare un semplice gesto in un rituale di celebrazione. Con il suo perlage brillante e il suo sapore unico, lo Champagne è il protagonista indiscusso delle tavole imbandite e dei brindisi augurali.

La sua reputazione, costruita su secoli di tradizione e innovazione, è legata al suo terroir unico e al metodo di produzione rigoroso che ne garantisce la qualità straordinaria. Lo Champagne non è solo un vino: è un simbolo culturale che unisce raffinatezza e convivialità. Durante il periodo natalizio, la sua presenza sulle tavole assume un significato speciale, evocando un senso di unione, celebrazione e gioia condivisa. La magia dello Champagne risiede non solo nel suo gusto, ma anche nella sua capacità di trasformare un momento ordinario in uno straordinario, regalando emozioni uniche ad ogni sorso.

Un Terroir Unico: La Champagne

La Champagne, nel nord-est della Francia, è una regione che si distingue per un terroir straordinario e complesso, perfettamente adatto alla produzione di uno dei vini più pregiati al mondo. I suoli, dominati da gesso, marne e argilla, svolgono un ruolo fondamentale nella crescita delle viti, garantendo un drenaggio ottimale e riflettendo il calore del sole verso le piante. Questa combinazione di fattori favorisce una maturazione graduale delle uve, preservando la freschezza e l’acidità caratteristiche del vino.

Il clima della regione, fresco e relativamente instabile, aggiunge un ulteriore elemento distintivo. Le temperature moderate e la costante presenza di umidità permettono una lenta evoluzione dei grappoli, contribuendo a creare vini con un equilibrio perfetto tra complessità aromatica e vivacità. Questo clima unico richiede un’attenzione meticolosa da parte dei viticoltori, che adottano tecniche specifiche per proteggere le viti e garantire raccolti di alta qualità.

Nel 1941, il Comité Interprofessionnel du Vin de Champagne (CIVC) introdusse una classificazione che definì ufficialmente i comuni Grand Cru e Premier Cru. Questo sistema, basato sulla qualità del terroir e delle uve, identificò 17 villaggi come Grand Cru, il livello più alto, e un numero selezionato di altri come Premier Cru. Questa classificazione rimane un riferimento fondamentale per comprendere l’eccellenza dei vini di questa regione.

Anche il metodo di produzione, conosciuto come méthode champenoise, è esclusivo della Champagne e rappresenta un processo tecnico e artigianale. Include una seconda fermentazione in bottiglia, l’affinamento prolungato sui lieviti e un dosaggio finale che permette di modulare lo stile del vino, dalla secchezza più austera alla dolcezza più generosa.

Maison J. Vignier: Tradizione e Innovazione

Con una storia che abbraccia nove generazioni, la maison J. Vignier rappresenta un esempio di eccellenza e dedizione nella produzione di Champagne. Recentemente, questa realtà ha scelto di affermarsi con un marchio autonomo, separandosi dalla più grande azienda di famiglia, Lebrun-Vignier. Al centro della loro produzione c’è lo Chardonnay, coltivato esclusivamente nei prestigiosi terroir della Côte de Blancs e della Côte de Sézanne.

Le vigne della maison J. Vignier, piantate tra il 1950 e il 2010, sono curate con un approccio sostenibile e un utilizzo minimo di chimica. Le vendemmie sono effettuate in modo parcellare, permettendo di esaltare le peculiarità di ciascun appezzamento. La vinificazione avviene esclusivamente in acciaio, per preservare la freschezza e l’identità del frutto. In cantina, fermentazioni spontanee e l’uso di lieviti indigeni garantiscono una complessità naturale, mentre la malolattica si svolge senza interventi artificiali.

Alla guida della maison ci sono Nathalie e Sebastian, due giovani vignaioli che con passione producono Champagne straordinari. I loro vini spaziano dalle note minerali intense dello Sézannais alla limpidezza cristallina della Côte de Blancs, dimostrando un rispetto profondo per il territorio e una visione innovativa.

La selezione di Dicembre

Champagne: il Re dei Vini e delle Feste

Ora Alba Extra Brut Grand Cru 100% Chardonnay

Questo Champagne proviene esclusivamente da vigne Grand Cru di Cramant, Chouilly e Oiry. Al naso offre una freschezza vibrante, con note di mela e agrumi, arricchite da accenni di succo di pesca. Il palato è cremoso e gourmand, con ritorni agrumati che si evolvono verso aromi di pasticceria e note tostate. La struttura è precisa e dritta, conducendo a un finale lunghissimo. Affinato per 72 mesi sui lieviti, presenta un dosaggio di 5 g/l.

Pur Cramant Grand Cru 100% Chardonnay

Il villaggio di Cramant si distingue per un terroir ricco e complesso, grazie alla collina di Saran, interamente calcarea, che dona una straordinaria varietà di microclimi ed esposizioni. Questa cuvée esprime la singolarità del Grand Cru di Cramant attraverso una lavorazione che valorizza ogni millesimo. Il palato rivela la ricchezza del terroir con una maturazione di 60 mesi sui lieviti e un dosaggio di 5 g/l.

Champagne: il Re dei Vini e delle Feste

Champagne: l’anima delle feste

Lo Champagne non è semplicemente un vino, ma l’essenza stessa dell’arte di celebrare. Ogni bottiglia racchiude il frutto di una terra generosa e di mani sapienti che trasformano l’uva in poesia. È un viaggio sensoriale, un legame tra passato e presente, che illumina i momenti speciali con eleganza e profondità.

Buone feste a tutti: che la magia dello Champagne scaldi i vostri cuori e illumini il nuovo anno con gioia e novità da scoprire.

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Vini della Borgogna: un viaggio tra i saperi e i sapori

Vini della Borgogna: un viaggio tra i saperi e i sapori

Vini della borgogna: immagina una regione che sembra fatta apposta per il vino, un luogo dove ogni collina, ogni filare di vite e ogni manciata di terra raccontano una storia unica. Questa è la Borgogna, culla di alcuni dei vini più pregiati al mondo, dove piccoli produttori lavorano con passione e rispetto per un terroir che esige dedizione e cura. Novembre è il mese perfetto per esplorare i suoi segreti e scoprire come ogni calice riesca a catturare l’anima di una terra così speciale.

Vini della borgogna: un viaggio attraverso i secoli

La storia della Borgogna è antica, quasi mistica. Qui, tra colline ondulate, castelli medievali e piccoli villaggi, il vino non è solo una bevanda, ma un’espressione di cultura, tradizione e autenticità. Ogni vigneto è unico, ogni parcella ha una propria anima, frutto di secoli di lavoro e cura da parte di vignaioli che considerano la vite un’estensione della loro stessa vita. In Borgogna, l’arte di fare vino è tramandata di generazione in generazione, e ogni produttore è custode di un sapere antico che si respira tra i vigneti e si ritrova in ogni sorso.

La Borgogna è un laboratorio naturale di terroir, dove il clima continentale e i suoli calcarei, misti ad argilla, creano l’ambiente ideale per far prosperare vitigni nobili come il Pinot Noir e lo Chardonnay. Ogni collina, ogni piega del terreno ha qualcosa di unico da raccontare, e lo fa con eleganza, senza ostentazione.

Questa regione è composta da cinque sottozone principali, ognuna con la sua identità: dal fresco Chablis, con la sua mineralità inconfondibile, alla prestigiosa Côte d’Or, culla di alcuni dei vini più celebri al mondo, fino alla vivacità del Beaujolais, che celebra la convivialità del vino novello. Ogni zona ha il suo carattere, il suo ritmo, e soprattutto la sua capacità di esprimere il legame profondo tra l’uomo e la terra. La Borgogna è un viaggio, un’esperienza sensoriale e culturale che inizia dal bicchiere e arriva dritta al cuore.

Chablis: Il Fresco Respiro della Borgogna Settentrionale

Eleganza e purezza nelle terre calcaree del nord
Chablis è il volto fresco e minerale della Borgogna, un piccolo angolo nel nord della regione dove il suolo calcareo conferisce ai vini una mineralità e una freschezza inconfondibili. Qui regna lo Chardonnay, ma non aspettatevi i tipici vini rotondi e burrosi: lo Chardonnay di Chablis è delicato, cristallino, con note di agrumi e fiori bianchi che evocano la purezza del suo terroir. Degustare un Chablis è come passeggiare in una giornata luminosa tra le vigne, assaporando la vivacità e l’eleganza di una terra che lascia il segno. 

Côte d'Or: la culla dei grandi cru

La Côte d’Or è un luogo leggendario per ogni amante del vino, dove i vigneti si susseguono come gioielli preziosi in una collana senza fine. Divisa in Côte de Nuits e Côte de Beaune, questa zona rappresenta il cuore pulsante della Borgogna vinicola. La Côte de Nuits è patria dei Pinot Noir più intensi e complessi, caratterizzati da profondità, struttura e un’incredibile capacità di invecchiamento. La Côte de Beaune, invece, è il regno dello Chardonnay e del Pinot Noir, con vini di raffinata eleganza e complessità. Ogni bottiglia proveniente dalla Côte d’Or è un pezzo di storia, un racconto che si snoda tra aromi di frutti rossi, note speziate e sentori di terra, simbolo di una regione che ha reso il vino un’opera d’arte.

Côte Chalonnaise: il tesoro nascosto

Spesso trascurata rispetto alla più celebre Côte d’Or, la Côte Chalonnaise è una perla da scoprire, una zona dove qualità e valore si incontrano. Qui, sia il Pinot Noir che lo Chardonnay danno vita a vini raffinati, con aromi di frutta matura e una piacevole nota minerale. Ma non è tutto: la Côte Chalonnaise è anche patria del Crémant de Bourgogne, uno spumante fresco e frizzante che porta con sé tutta la vivacità di questa terra. Un calice di Crémant è come un brindisi alla gioia di vivere, un invito a lasciarsi sorprendere da una Borgogna diversa e meno conosciuta.

Mâconnais: il calore del sud

Nel Mâconnais, più a sud, il paesaggio cambia: le colline sono dolci, il clima è più caldo e il sole bacia i grappoli con generosità. Qui lo Chardonnay esprime il suo lato più fruttato e solare, con vini accessibili, freschi e piacevolmente aromatici. I vini del Mâconnais sono come una carezza, con note di mela, pesca e una lieve mineralità che invita a godersi ogni sorso senza fretta. Pouilly-Fuissé, la denominazione più celebre, è sinonimo di Chardonnay ricchi e strutturati, un simbolo dell’armonia e della bellezza del Mâconnais.

Beaujolais: frutti rossi e suoli granitici

Il Beaujolais è la parte più vivace e gioiosa della Borgogna, una terra dove il Gamay regna sovrano e ogni vendemmia è una celebrazione della vita. I suoli granitici e il clima mite creano vini freschi, leggeri e fruttati, ideali per essere gustati giovani. Il Beaujolais Nouveau, con la sua uscita festosa ogni novembre, è ormai una tradizione mondiale, ma questa zona offre molto di più. I Crus del Beaujolais, come Morgon e Moulin-à-Vent, dimostrano che anche il Gamay può dare vita a vini complessi e strutturati, capaci di sorprendere e affascinare. 

Vini della Borgogna: la selezione di Novembre

La selezione di novembre è un omaggio alla tradizione e all’eccellenza della Borgogna, con tre vini che incarnano il carattere e l’eleganza dei loro terroir. Dal Charmes-Chambertin Grand Cru di Maison Remoissenet Père & Fils, un Pinot Noir potente e affascinante, al complesso Côte de Nuits-Villages Vieilles Vignes di Nicolas Potel, fino all’elegante Puligny-Montrachet 1er Cru Les Champs Gains di Philippe Bouzereau, ciascuna di queste bottiglie rappresenta una diversa sfaccettatura del Pinot Noir e dello Chardonnay borgognone, offrendo un viaggio sensoriale nel cuore dei grandi cru francesi.

Vini della Borgogna: un viaggio tra i saperi e i sapori

Charmes- Chambertin Grand Cru | Remoissenet
100% pinot noir

Questo Charmes-Chambertin è tutt’altro che discreto: è un vino ricco, generoso, capace di esprimersi con intensità e una struttura destinata a durare nel tempo. Il nome “Charmes” richiama seduzione e fascino, qualità che emergono chiaramente in questo vino dallo stile ammaliante. Il colore è un rosso rubino brillante e intenso, che anticipa un bouquet ricco di violetta, lamponi e sfumature delicate di tè e agrumi. Al palato, offre un corpo medio, con tannini setosi e un finale preciso e persistente, capace di lasciare un’impressione duratura e raffinata.

Domaine de Bellene Côte de Nuits - Villages Vieilles Vignes | Nicolas Potel
100% pinot noir

Questa appellazione si estende su due piccole parcelle di meno di 2 ettari: Les Boulardes, piantata nel 1954 su terreno argillocalcareo, e aux Montagnes, con viti risalenti al 1946 che producono uve di altissima qualità. La vendemmia è rigorosamente manuale, seguita da una fermentazione di 27 giorni senza filtrazioni. Il vino si presenta con un colore rosso intenso e luminoso. Al naso, spiccano note di piccoli frutti rossi, mentre all’assaggio rivela una struttura elegante e complessa, arricchita da sentori di ciliegia e tannini raffinati, con una persistenza lunga e avvolgente.

Vini della Borgogna: un viaggio tra i saperi e i sapori
Vini della Borgogna: un viaggio tra i saperi e i sapori

Puligny - Montrachet 1er Cru Les Champs Gains | Philippe Bouzereau
100% chardonnay

Cuore pulsante della produzione di vini bianchi nella Côte d’Or. Sebbene meno esteso in superficie rispetto a Meursault e Chassagne, è noto per la qualità eccezionale dei suoi suoli, che, secondo l’Università di Digione, donano finezza ed eleganza allo Chardonnay. Il vino presenta note vegetali e un tocco di resina, affinato per 12 mesi in botti di rovere. È un bianco che si presta all’invecchiamento, con un potenziale evolutivo dai 4 agli 8 anni.

Vini della Borgogna: dove ogni vino è un racconto

Concludere questo viaggio nella Borgogna è come chiudere un libro di cui ogni capitolo ha svelato una nuova sfumatura, un pezzo di storia, un’intuizione. La forza della Borgogna non sta solo nella qualità dei suoi vini, ma nella capacità di intrecciare la natura e l’ingegno umano in un equilibrio perfetto, un’alchimia che rende ogni bottiglia unica e irripetibile. Questi vini sono frammenti di un racconto più ampio, che include il lento brusio delle cantine, il ritmo delle stagioni, e il lavoro attento di chi sa che il vino è anche cultura, eredità, passione. È una tradizione che non si beve soltanto, ma si vive e si sente in ogni fibra.

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Vendemmia 2024: Tra Sfide e Innovazioni per i Vigneti di Francia

Vendemmia 2024: sfide e innovazioni per i vigneti di Francia

Vendemmia 2024: Ottobre segna la fine della vendemmia e l’inizio di una nuova fase per i produttori di vino, impegnati a trasformare i frutti della loro fatica in vini che racconteranno un’annata fatta di sfide e di sorprese. Per celebrare questo momento, abbiamo deciso di dare voce a tre produttori francesi d’eccezione: Domaine de Bablut nella regione della Loira, Huguenot Tassin nella Champagne, e Maison Antech nella Languedoc-Roussillon. Ognuno di loro, pur in contesti diversi, rappresenta un esempio di tradizione e innovazione nella viticoltura francese.

La vendemmia: un momento di raccolta e promesse

La vendemmia è uno dei momenti più cruciali e celebrati dell’anno per i produttori di vino. Generalmente, la vendemmia avviene tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno, ma il momento esatto dipende da diversi fattori, come il clima, la varietà di uva e le caratteristiche che il produttore desidera ottenere nel vino.  Quello della vendemmia è un momento delicato e complesso, che porta inevitabilmente con sé una serie di sfide. Le gelate tardive, le grandinate, le piogge intense e il caldo eccessivo sono solo alcuni degli ostacoli che i viticoltori devono affrontare. Anche le malattie della vite, come la muffa, possono influire negativamente. Ogni annata è unica e richiede una profonda conoscenza del territorio, un’attenta pianificazione e una capacità di adattamento per poter raccogliere le uve al momento giusto, preservandone la qualità e assicurando che il risultato finale sia un vino che rifletta il carattere autentico del terroir.

Tre maestri del vino: tradizione e innovazione dal cuore della Francia

Abbiamo scelto di raccontare la vendemmia 2024 attraverso le voci di tre produttori che incarnano l’eccellenza della viticoltura francese, ognuno con una storia unica e una visione distinta. Domaine de Bablut, nella valle dell’Aubance, è un simbolo di rispetto per il terroir e coltivazione biologica, con una dedizione alla qualità che attraversa generazioni. Huguenot Tassin, nella Champagne, porta avanti un’eredità familiare radicata nel rispetto dei cicli naturali e nell’adozione di pratiche sostenibili per offrire vini raffinati e complessi. Maison Antech, in Languedoc-Roussillon, rappresenta una tradizione secolare di vini effervescenti che unisce metodi antichi e un profondo rispetto per l’ambiente. Questi tre produttori, pur provenendo da regioni diverse e affrontando sfide climatiche e territoriali uniche, condividono la passione e l’impegno per la produzione di vini che raccontano il carattere autentico del loro territorio.

Per conoscerli meglio abbiamo dedicato la selezione di Ottobre proprio a loro:

Domaine de Bablut: la purezza del terroir dell’Anjou

Immerso tra i pendii dell’Anjou, Domaine de Bablut è una storica proprietà che domina il paesaggio della valle dell’Aubance. Guidato da generazioni dalla famiglia Daviau, il domaine si è dedicato esclusivamente alla viticoltura alla fine del XIX secolo, abbandonando l’antica attività di mulinatura. Oggi, Christophe Daviau, enologo con formazione a Bordeaux, porta avanti la tradizione di coltivazione biologica, praticata sin dal 1996. L’azienda si distingue per un approccio rispettoso del terroir, senza l’uso di erbicidi o pesticidi di sintesi, a favore di lavorazioni meccaniche del suolo. Il suo obiettivo è produrre vini che riflettano la personalità autentica del territorio, in armonia con la natura e senza compromessi sulla qualità. 

Vendemmia 2024: sfide e innovazioni per i vigneti di Francia

Petit Princé AOC Anjou Blanc Sec – Domaine de Bablut

100% Chenin Blanc

Il Petit Princé proviene da un terroir unico, caratterizzato da suoli di scisto attraversati da vene di quarzo. Situato su un altopiano ben ventilato, questo vino secco offre una combinazione di aromi floreali, come tiglio, acacia e biancospino, arricchiti da note di albicocca, pesca e mela cotogna. Nonostante l’eleganza dei suoi aromi, il Petit Princé non rinuncia alla forza: la sua struttura è potente, ma delicata al palato. Questo Chenin Blanc esprime una finezza e un’eleganza peculiari, mostrando un lato sofisticato di questo vitigno. È un vino che si presta all’invecchiamento, con un bouquet che evolve in complessità col passare degli anni.

Huguenot Tassin: l’espressione della natura in Champagne

Fondata nel 1984, la Maison Huguenot Tassin ha origine da un’eredità di savoir-faire familiare tramandato di generazione in generazione. Situata nella prestigiosa regione della Champagne, la maison è oggi guidata da Edouard Huguenot, giovane enologo formatosi a Beaune e con esperienza nelle caves di Drappier. Su circa 7 ettari, di cui la metà sono vieilles vignes, coltiva pinot noir, pinot blanc e chardonnay con un approccio che rispetta i cicli naturali, il sole e la luna, e abbraccia metodi biologici e di agricoltura sostenibile. Per Huguenot Tassin, la qualità è un impegno verso la natura e il palato, per creare vini che uniscono tradizione e sostenibilità.

Vendemmia 2024: sfide e innovazioni per i vigneti di Francia

Signature Millesimato – Huguenot Tassin

33% Pinot Noir, 33% Pinot Blanc, 33% Chardonnay

Questa cuvée millesimata combina l’energia dello Chardonnay con il carattere del Pinot Noir e l’eleganza del raro Pinot Blanc. Dal colore brillante, regala al naso profumi di fiori, frutta bianca e una delicata nota di nocciola. Al palato è fine e raffinato, con una vinosità sorprendente che dona equilibrio e un finale lungo e persistente. Le uve sono coltivate seguendo metodi agro-biologici e sottoposte a rese limitate per preservare il perfetto equilibrio dei sapori. La vinificazione avviene in cuves e botti, con fermentazione malolattica, e il vino matura sulle fecce per un periodo di 4-5 anni. Il dosaggio è di 6 gr/lt.

Maison Antech: le bollicine ancestrali di Limoux

A Limoux, nelle colline della Languedoc-Roussillon, Maison Antech custodisce la tradizione dei vini effervescenti sin dal 1933, quando fu fondata e specializzata nelle appellazioni Crémant e Blanquette de Limoux. L’azienda si inserisce in una storia che risale al 1531, quando i monaci benedettini di Saint Hilaire scoprirono la naturale effervescenza dei vini in bottiglia, dando origine al “metodo ancestrale.” Maison Antech, oggi alla sesta generazione, continua questa eredità con un approccio che combina tradizione e modernità. L’uso di vitigni come Chardonnay, Chenin e Mauzac su suoli argillo-calcarei permette alla maison di produrre vini che sono l’essenza del terroir, unendo delicatezza, autenticità e rispetto per l’ambiente.

Vendemmia 2024: sfide e innovazioni per i vigneti di Francia

M Brut Nature Millésimé – Antech
100%
Mauzac AOP Blanquette de Limoux

Questa Blanquette de Limoux, non dosata, lascia emergere tutta la purezza e la freschezza del Mauzac. Dal colore giallo cristallino con riflessi dorati, sprigiona al naso intensi aromi di agrumi e mela verde, con un accenno di tostatura. Al palato, rivela una grande freschezza e armonia, con un finale minerale persistente. La vinificazione segue il metodo tradizionale, con vendemmia manuale e una lunga maturazione sulle fecce di 30 mesi, senza aggiunta di dosaggio finale, per preservare al massimo l’integrità del vino.

Queste tre realtà, pur diverse per storia e tradizioni, condividono una passione comune: produrre vini che rispecchino il carattere unico del loro territorio e le sfide di ogni annata. Quest’anno, il 2024, si è rivelato particolarmente impegnativo, ma anche ricco di opportunità per sperimentare e innovare. In questo articolo, ripercorriamo insieme le esperienze della vendemmia appena conclusa, con un viaggio tra le sfide e le aspettative dei nostri tre produttori d’eccellenza.

Nel vivo della vendemmia 2024: un’annata sotto il segno delle intemperie

Nella Languedoc-Roussillon, Maison Antech descrive il 2024 come “l’anno delle 13 lune”, una metafora evocativa che riflette la complessità e l’atipicità di questa vendemmia. “È stato un anno estremo,” raccontano, “con gelate primaverili, grandinate e una persistente carenza d’acqua.” Questi eventi climatici hanno influenzato il ciclo della vite, mettendo alla prova la capacità di adattamento dei viticoltori.

La situazione non è stata diversa in Loira, dove Domaine de Bablut ha affrontato piogge incessanti e grandinate devastanti. Le condizioni umide hanno favorito la comparsa di muffa, con conseguenti perdite significative in termini di quantità. “Abbiamo avuto un forte attacco di muffa che ha colpito i nostri Chenin, riducendo sensibilmente le rese”, ci dicono. Ma nonostante le difficoltà, i produttori della Loira si mostrano comunque speranzosi rispetto alla qualità delle uve raccolte.

Anche nella Champagne, la vendemmia 2024 è stata segnata da piogge incessanti. “Tra novembre 2023 e settembre 2024, abbiamo avuto solo sei giorni senza pioggia,” racconta il team di Huguenot Tassin. Con temperature che hanno sfiorato i 3°C durante la fioritura, i viticoltori si sono trovati a gestire condizioni decisamente poco favorevoli, dovendo affrontare una delle stagioni più impegnative degli ultimi anni.

Vitigni resilienti e risultati eterogenei

Nonostante le avversità climatiche, alcuni vitigni hanno saputo dimostrare una sorprendente resilienza. Maison Antech, ad esempio, si è detta particolarmente soddisfatta delle uve Mauzac, varietà autoctona che sembra aver tratto beneficio dalle specificità del terroir di Limoux. “I Mauzac sono riusciti a sfuggire alle gelate e hanno prodotto grappoli generosi, caratterizzati da una maturazione perfetta”. Anche Chardonnay e Pinot hanno mostrato ottime qualità, nonostante alcune difficoltà legate al freddo primaverile.

Domaine de Bablut, pur dovendo fare i conti con i danni causati dalla muffa sui Chenin, confida di riuscire a trarre il meglio da ciò che è rimasto. “È ancora presto per dare una valutazione definitiva,” sottolineano, “la fermentazione è appena iniziata e stiamo monitorando attentamente l’evoluzione del vino.”

Nel frattempo, nella Champagne, Huguenot Tassin non ha riscontrato differenze significative tra i vari vitigni, ma ha notato come alcune zone abbiano reagito meglio di altre alle avversità. Le condizioni difficili hanno spinto i produttori a monitorare con grande attenzione ogni fase della vendemmia, per poter garantire il miglior risultato possibile.

Innovazioni e cambiamenti

Se la vendemmia 2024 è stata sfidante, ha anche offerto l’opportunità di sperimentare nuove tecniche e approcci innovativi. Maison Antech, ad esempio, ha introdotto alcune modifiche per proteggere l’integrità delle uve, come la riduzione del 25% del peso dei cassoni durante la raccolta e l’uso di una pressatura più delicata. “Quest’anno abbiamo lavorato con una nuova cuverie in acciaio inox, che ci ha permesso di controllare la temperatura di fermentazione con grande precisione,” spiegano.

Huguenot Tassin ha invece puntato sulla fitoterapia viticola, un approccio che fa parte di una transizione verso una viticoltura rigenerativa. Sebbene le piogge abbiano reso difficile ottenere le quantità desiderate, i produttori sono soddisfatti della qualità del raccolto. “La qualità è eccellente,” affermano, “e i vini risultano molto espressivi.”

Anche Domaine de Bablut ha deciso di sperimentare quest’anno, introducendo l’uso di vasi di terracotta per la fermentazione dei Chenin. “Speriamo che questo nuovo approccio possa aggiungere morbidezza e note fruttate al vino,” dichiarano – e non resta che attendere di sapere come si evolverà questa sperimentazione.

Uno sguardo al futuro: tra sfide climatiche e tecnologie in evoluzione

Di fronte ai cambiamenti climatici, i viticoltori guardano al futuro con una prospettiva cauta, ma anche con spirito di adattamento e innovazione. Maison Antech ritiene che il segreto stia nella capacità di adattarsi rapidamente alle sfide, investendo in vitigni autoctoni e monitorando con precisione le date di raccolta. “Lavoriamo costantemente per trovare le soluzioni migliori, dalle nuove varietà d’uva ai sistemi di potatura,” spiegano. Per loro, l’agilità è fondamentale per garantire la continuità e la qualità della produzione.

Anche Huguenot Tassin riflette sull’importanza di rafforzare la resilienza delle viti e del suolo, attraverso pratiche sostenibili che possano migliorare la risposta ai cambiamenti estremi del clima. 

Domaine de Bablut, infine, sottolinea la necessità di bilanciare tradizione e innovazione, per affrontare un futuro incerto e imprevedibile, ma ricco di sfide stimolanti.

La Vendemmia 2024 come sfida e opportunità

La vendemmia 2024 si preannuncia un’annata che, nonostante le difficoltà, promette vini di grande qualità e unicità. I produttori francesi dimostrano ancora una volta che la passione e la dedizione verso il loro lavoro sono i veri ingredienti di un buon vino, capace di raccontare non solo una stagione, ma anche una storia di resilienza e speranza per il futuro.

Ogni realtà ha affrontato sfide uniche dettate dalle condizioni climatiche imprevedibili, ma ha anche trovato modi innovativi per adattarsi e mantenere la qualità delle uve raccolte. In un contesto di cambiamenti climatici sempre più evidenti, questi professionisti dimostrano che la viticoltura può non solo sopravvivere, ma prosperare, creando vini che raccontano storie di terra, tempo e dedizione. La vendemmia 2024 ci promette vini di forte personalità e grande qualità, frutto di un equilibrio sottile tra innovazione e tradizione, e ci ricorda ancora una volta la magia unica del mondo del vino, dove ogni annata è un nuovo capitolo da scoprire e assaporare.

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Riesling della Mosella: Il Tesoro di Settembre

Riesling della Mosella: Il tesoro di Settembre

Riesling della Mosella: un viaggio sensoriale attraverso uno dei vitigni più nobili. Settembre è il mese in cui le vigne si riempiono di promesse e i calici si preparano ad accogliere i frutti di un anno di lavoro e proprio per questa occasione abbiamo in serbo una sopresa. Nel frattempo, in questa stagione, non c’è scelta migliore che dedicarsi alla scoperta dei Riesling della Mosella, vini che incarnano l’essenza stessa del territorio da cui provengono. Tra questi, i vini dell’azienda Meulenhof spiccano per tradizione e qualità, offrendo un’esperienza unica a chi cerca l’eccellenza nel bicchiere.

La Mosella: terra di vini straordinari

La Mosella è una delle regioni vitivinicole più affascinanti della Germania e del mondo. Questa valle, che si snoda seguendo il corso tortuoso del fiume Mosella, è caratterizzata da un paesaggio incantevole e da una biodiversità unica che rende ogni annata un’esperienza diversa. La regione è divisa in tre zone principali: la Mosella Superiore, la Mosella Media e la Mosella Inferiore, ciascuna con caratteristiche pedoclimatiche uniche che influenzano il profilo dei vini.

La Mosella Media, in particolare, è il cuore pulsante della produzione di Riesling. Qui, le colline ripide si innalzano vertiginosamente dalle rive del fiume, creando una serie di terrazzamenti dove le viti affondano le radici in un terreno ricco di ardesia. Questo tipo di suolo, combinato con l’influenza del fiume, crea un microclima ideale per la coltivazione del Riesling: le giornate calde e le notti fresche permettono una maturazione lenta e uniforme delle uve, preservando la loro acidità e concentrando gli aromi.

I vigneti della Mosella sono spesso esposti a sud o a sud-ovest, permettendo alle viti di catturare ogni raggio di sole disponibile. Questo è fondamentale in una regione dove le condizioni climatiche possono variare notevolmente da un anno all’altro. La combinazione di questi fattori fa sì che i vini della Mosella siano noti per la loro freschezza, eleganza e complessità, con una spiccata mineralità che riflette il terroir da cui provengono.

Il Riesling: storia e caratteristiche

Il Riesling è un vitigno dalla storia antica e affascinante, amato in tutto il mondo per la sua capacità di esprimere le caratteristiche uniche del territorio in cui viene coltivato. Le sue origini risalgono a oltre mille anni fa, nella regione del Reno, da dove si è poi diffuso in altre aree vitivinicole, tra cui la Mosella. Il nome “Riesling” deriva probabilmente dalla parola tedesca “rieseln”, che si riferisce alla caduta naturale degli acini dalle viti durante la maturazione, un processo che aiuta a concentrare gli zuccheri e gli aromi nelle uve rimanenti.

Il Riesling è noto per la sua versatilità, che gli permette di produrre una vasta gamma di stili di vino, dai secchi ai dolci, passando per i vini spumanti. Tuttavia, è nei vini secchi e semi-secchi della Mosella che questo vitigno trova una delle sue massime espressioni. Il Riesling della Mosella è famoso per le sue note aromatiche vivaci e complesse, che possono includere profumi di agrumi come limone e lime, frutta a polpa bianca come mela verde e pera, e sfumature floreali di fiori bianchi e gelsomino. Con il tempo, il Riesling sviluppa anche note più complesse di idrocarburi, miele e spezie, rendendolo uno dei pochi vini bianchi in grado di invecchiare per decenni.

L’acidità vibrante è una delle caratteristiche distintive del Riesling, conferendo al vino una freschezza che lo rende perfetto per l’abbinamento con una varietà di piatti, dalla cucina asiatica speziata ai piatti a base di pesce e frutti di mare. Inoltre, l’equilibrio tra acidità e dolcezza, soprattutto nei vini della Mosella, è ciò che rende questi Riesling così unici e apprezzati dai conoscitori di tutto il mondo.

Meulenhof: tradizione e innovazione

Nel cuore della Mosella, a Erden, sorge l’azienda Meulenhof, una cantina a conduzione familiare le cui radici affondano nel lontano 1337. Questa antica tradizione vitivinicola è stata tramandata di generazione in generazione, e oggi continua a produrre vini di altissima qualità. La vinificazione presso Meulenhof è un’arte che richiede attenzione e precisione. Le uve vengono sottoposte a una prechiarificazione naturale e la fermentazione avviene a temperatura controllata, garantendo vini complessi, eleganti e capaci di durare nel tempo.

I vigneti di Meulenhof si estendono lungo le rive del fiume Mosella e si distinguono per le loro caratteristiche uniche. Il vigneto di Erdener Prälat, con i suoi terreni ricchi di mineralità e i ripidi terrazzamenti, dà vita a Riesling strutturati e profondi. Erdener Treppchen, situato su suoli di ardesia blu, esalta gli aromi fruttati e la finezza dei suoi prodotti. Infine, Wehelener Sonnenhur, posizionato nella zona più favorevole del pendio, è apprezzato per i suoi vini minerali, eleganti e dalla forte personalità. Ogni bottiglia di Meulenhof sussurra una storia, un racconto di passione, terroir e tradizione.

Riesling della Mosella: la selezione di Settembre

Riesling della Mosella: Il tesoro di Settembre

Erdener Treppchen Riesling Kabinett

Il suo profilo aromatico è ricco e variegato. Si nota una predominanza di note fruttate che spaziano dalla pesca all’ananas, fino al frutto della passione e agli agrumi. Con l’invecchiamento, emergono sfumature minerali e fumé che si integrano armoniosamente con le componenti fruttate anche al palato. Al gusto, si presenta equilibrato, con una succosità minerale e un perfetto equilibrio tra corpo e freschezza. Il finale è vivace e netto, arricchito da un intrigante accenno speziato.

Wehlener Sonnenuhr Riesling Spätlese

Il profumo è vivace e ampio, dominato da sentori di frutta gialla ed esotica, con l’inconfondibile presenza di note minerali. Al palato, si distingue per la freschezza e la mineralità, unite a una consistenza cremosa e un buon corpo, con le stesse sfumature fruttate e minerali che continuano a farsi sentire. Il finale è lungo e pulito, caratterizzato dalla dolcezza tipica dello Spätlese (vendemmia tardiva), che ne accentua l’eleganza e il fascino.

Riesling della Mosella: Il tesoro di Settembre
Riesling della Mosella: Il tesoro di Settembre

Erdener Treppchen Riesling Auslese

Di un luminoso giallo paglierino con lievi riflessi verdognoli, questo vino è ottenuto da uve selezionate (Auslese) raccolte in fase tardiva. Al naso emergono i caratteristici sentori di idrocarburi, accompagnati da note intriganti di camomilla, albicocca essiccata, agrumi canditi e spezie dolci. Al palato, il sorso è dolce ma bilanciato da una piacevole acidità rinfrescante, con una persistenza davvero notevole.

Riesling della Mosella, un sorso d'autunno

Il Riesling della Mosella è molto più di un semplice vino. È l’espressione pura di un territorio unico, dove la tradizione si fonde con l’innovazione per creare un prodotto di rara eccellenza. Settembre è il momento perfetto per scoprire questi vini straordinari, magari proprio iniziando dai capolavori di Meulenhof. Lasciatevi trasportare dalle loro note aromatiche e dalla loro incredibile complessità. Sarà un viaggio indimenticabile tra le colline della Mosella, in compagnia di uno dei vitigni più nobili al mondo.

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