Vini Dealcolati: la nuova grammatica del vino senza alcol

Vini Dealcolati: la nuova grammatica del vino senza alcol

Vini dealcolati: l’innovazione non è un tabù. Anzi, è spesso il motore che permette al settore di evolversi, restando al passo con i tempi e i gusti contemporanei. Ed è proprio da questa spinta che nascono i vini dealcolati, una categoria che sta conquistando sempre più appassionati (e non) grazie alla sua capacità di offrire l’esperienza sensoriale del vino… ma senza alcol.

Oggi il vino sa parlare anche un’altra lingua: quella della leggerezza, senza rinunciare alla sostanza. I vini dealcolatirappresentano una delle evoluzioni più interessanti del panorama enologico contemporaneo, riscrivendo le regole del gusto senza cadere nella parodia.

Il concetto di vino dealcolato non è una provocazione né una moda new age. È un prodotto frutto di ricerca, tecnica e – nei casi migliori – di sensibilità enologica. Nasce per soddisfare un bisogno reale: quello di chi vuole gustare un vino, comprenderne le sfumature, viverne il rituale… senza necessariamente assumere alcol. Motivi di salute, scelta personale, o semplicemente di equilibrio quotidiano, poco importa: il vino dealcolato non è un surrogato, ma una variazione sul tema.

Cosa sono i vini dealcolati: tra scienza ed enologia

Per definizione, un vino dealcolato è un vino da cui è stato rimosso l’alcol etilico in misura significativa, senza alterarne (idealmente) le caratteristiche organolettiche fondamentali. In Europa, per legge, un vino può essere definito “dealcolato” se contiene meno dello 0,5% di alcol. Cosa che può sembrare semplice, ma non lo è affatto.

Il processo più utilizzato è l’osmosi inversa, una tecnica sofisticata che, sfruttando una membrana semi-permeabile e un differenziale di pressione, separa l’alcol e una parte dell’acqua dagli altri componenti del vino: zuccheri, acidi, polifenoli, aromi. Questi ultimi vengono poi riuniti con l’acqua (ma non l’alcol), per dare vita a un vino che mantiene l’identità aromatica e gustativa originale.

Ci sono anche altri sistemi: la distillazione sotto vuoto – che sfrutta temperature molto basse per evitare l’evaporazione degli aromi più delicati – e la spinning cone column, che agisce per strati e consente un’estrazione selettiva dei composti volatili. Qualunque sia la tecnologia impiegata, lo scopo è uno solo: mantenere la dignità del vino anche in assenza di alcol.

L’alcol, nei vini tradizionali, non dà solo ebbrezza: conferisce corpo, volume, morbidezza. Toglierlo significa dover ribilanciare tutto il sistema. Bisogna far dialogare meglio gli acidi, tenere a bada gli zuccheri residui, far emergere struttura e aromaticità in modo che nessun elemento risulti sbilanciato. È un lavoro chirurgico, da veri artigiani del bicchiere. Ma quando riesce, il risultato ha tutto il diritto di sedere alla stessa tavola dei suoi cugini più “gradati”.

La nostra selezione: “Pazza Idea” – Luca Bellani

All’interno di questo panorama in evoluzione, spiccano quei produttori che scelgono di trattare il vino dealcolato con la stessa cura riservata alle etichette più nobili. È il caso di Luca Bellani, realtà familiare con radici profonde tra Mornico Losana e Oliva Gessi, in Oltrepò Pavese. Dal 1905, la filosofia della tenuta ruota attorno al rispetto della terra, della vite e dell’uva, combinando tecniche agronomiche naturali a una vinificazione pulita e consapevole.

Ne avevamo già parlato nel contesto del “Viaggio” in questo articolo [LINK AD ARTICOLO PRECEDENTE], un progetto che raccontava il movimento e la trasformazione anche attraverso il vino. Ora, nella nostra selezione del mese, Bellani conferma il suo approccio visionario con una bottiglia tanto audace quanto riuscita: “Pazza Idea”, 100% Riesling Kabinett dealcolato mediante osmosi, da uve della Mosella, terra madre del Riesling.

Vini Dealcolati: la nuova grammatica del vino senza alcol

PAZZA IDEA

100% riesling

Un Riesling Kabinett da 20 g/l di zuccheri residui, ottenuto attraverso dealcolazione per osmosi a partire da uve coltivate nella Mosella, territorio d’elezione per questo vitigno. Nonostante l’assenza di alcol, il vino mantiene intatti i tratti distintivi del Riesling: profumi evoluti, sfaccettature aromatiche complesse e una struttura gustativa che non tradisce l’origine. In bocca emergono freschezza e acidità come protagoniste assolute, sostenute da una dolcezza misurata che accompagna senza mai appesantire. La mineralità incisiva e la chiarezza del frutto definiscono un finale lungo, pulito e rinfrescante, perfettamente equilibrato.

Vini dealcolati: un cambio di paradigma, non di qualità

Nel mare magnum delle bevande “senza”, i vini dealcolati rischiavano di passare come una moda insipida, buona solo per Instagram. Ma le cose stanno cambiando. Prodotti come “Pazza Idea” dimostrano che si può fare vino senza alcol senza perdere anima, carattere e profondità

Il futuro del vino non sarà necessariamente un clone del passato. Potrebbe essere anche questo: meno etanolo, più pensiero. E – perché no – anche un pizzico di sana follia, come quella contenuta in una bottiglia che osa chiamarsi “Pazza Idea” e, incredibilmente, ci azzecca.

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Coltivazione biologica: la primavera nei vigneti

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Coltivazione biologica: le prime giornate tiepide tra poco accarezzeranno i filari, il sole allunga le ombre della sera e l’aria inizia a profumare di terra viva. La primavera è il preludio di una nuova stagione di crescita nei vigneti, un momento cruciale in cui la natura si risveglia e la vite riprende il suo ciclo vitale.

Ma con il ritorno del calore arrivano anche le sfide: parassiti, malattie e la necessità di proteggere le piante senza compromettere l’equilibrio dell’ecosistema. È qui che entra in gioco la coltivazione biologica, una filosofia produttiva che guarda oltre il semplice vino e abbraccia la sostenibilità. Ed è proprio su questo principio che si basa Ricome Vignerons, con la sua linea rivoluzionaria “No Sex for Butterfly”.

L'essenza della coltivazione biologica: un equilibrio tra qualità e natura

La coltivazione biologica si basa su un insieme di pratiche agronomiche che rispettano i cicli naturali e promuovono la biodiversità, garantendo al contempo una produzione vitivinicola di alta qualità. L’assenza di prodotti chimici di sintesi, come erbicidi e pesticidi, permette di preservare la fertilità del suolo e di incentivare la presenza di organismi benefici che contribuiscono all’equilibrio dell’ecosistema.

Uno degli aspetti fondamentali della viticoltura biologica è la gestione del suolo. Lavorazioni mirate, l’inerbimento tra i filari e l’utilizzo di compost organico, per esempio, favoriscono una microfauna attiva e un terreno ricco di sostanze nutritive. Questo approccio migliora la ritenzione idrica e la resistenza delle viti agli stress ambientali, riducendo al minimo l’impatto delle malattie fungine.

Anche la difesa fitosanitaria segue logiche naturali: l’impiego di estratti vegetali, rame e zolfo, insieme ad altre tecniche innovative, permettono di controllare parassiti e patogeni senza alterare l’ambiente circostante. Questo garantisce uve più sane, ricche di polifenoli e aromi primari, capaci di esprimere al meglio le caratteristiche del terroir.

Alla base della coltivazione biologica c’è dunque un principio imprescindibile: rispettare l’armonia tra pianta e natura, senza forzature, per ottenere vini autentici e di qualità superiore.

Ricome Vignerons: storia di un’avanguardia vitivinicola

L’audacia e la visione hanno sempre contraddistinto Ricome Vignerons. Proprietari dei loro vigneti dal 1740, la famiglia Ricome ha iniziato a commercializzare i propri vini già nella metà del XIX secolo, conquistando nel 1855 una medaglia all’Esposizione Universale di Parigi. Un riconoscimento che segna solo l’inizio di una lunga storia di innovazione.

Nel 1945, Charles Ricome prende una decisione che cambia il destino dell’azienda: reimpianta completamente il vigneto e, contro ogni previsione, introduce il Syrah, diventando il primo viticoltore della regione a produrre vino con questa varietà in purezza. Un azzardo che si rivelerà vincente. Negli anni ‘90, il testimone passa a Nicolas Ricome, che amplia la produzione introducendo il Grenache e, più recentemente, abbraccia completamente la coltivazione biologica con la gamma “No Sex for Butterfly”.

"No Sex for Butterfly": la rivoluzione della difesa naturale

La tignoletta della vite è uno dei peggiori nemici dei vigneti. Questo piccolo lepidottero attacca i grappoli, compromettendo la qualità delle uve e, di conseguenza, del vino. La soluzione convenzionale? Insetticidi e trattamenti chimici. La soluzione Ricome? Biotecnologia naturale.

“No Sex for Butterfly” non è solo un nome accattivante: è una strategia di lotta biologica basata sulla confusione sessuale. Attraverso la diffusione di feromoni naturali, si impedisce ai maschi della tignoletta di individuare le femmine, interrompendo il ciclo riproduttivo senza danneggiare l’ambiente. Il risultato è un vigneto protetto in modo naturale, senza residui chimici, dove l’ecosistema rimane intatto e le uve crescono senza interferenze nocive. Questa filosofia si riflette nei vini della linea: espressioni pure, eleganti e fedeli alla terra da cui nascono.

La nostra selezione di Marzo

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No Sex for Butterfly Grenache Noir

100% grenache

No Sex for Butterfly Grenache Noir è un vino ottenuto al 100% da uve Grenache, provenienti da una parcella di 2,5 ettari impiantata nel 1988. Il terreno è composto da gres, sassi e sedimenti del fiume Durance, con un’esposizione completamente a Sud. Dopo una diraspatura totale, la fermentazione avviene in vasche di cemento a una temperatura controllata di 25-26°C, con brevi rimontaggi effettuati tre volte al giorno. Il processo di fermentazione e macerazione dura circa 15 giorni, seguito da un affinamento sempre in vasche di cemento. Questo Grenache in purezza si distingue per il suo carattere fruttato, che sorprende per freschezza, morbidezza e rotondità. Strutturato ma scorrevole, è un vino versatile, equilibrato e piacevolmente fresco.

No Sex for Butterfly Rosé

100% syrah

No Sex for Butterfly Rosé è un vino ottenuto al 100% da uve Syrah, provenienti da una parcella di 4 ettari impiantata nel 1989. Il terreno è composto da gres, sassi e sedimenti del fiume Durance, con un’esposizione completamente a Sud su pendii con un’inclinazione del 5%. Dopo la diraspatura e la scolatura, il mosto fermenta in vasche di cemento a una temperatura controllata di 14-16°C per 18 giorni. Segue un affinamento di 4 mesi, sempre in vasche di cemento. Questo rosé di Syrah incanta con i suoi intensi aromi di piccoli frutti rossi, esprimendo un perfetto equilibrio tra freschezza, morbidezza e rotondità. Il finale è vivace, delicato e arioso, conferendo al vino un’eleganza rara.

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Coltivazione biologica: il futuro del vino?

Optare per un vino biologico non è solo una scelta etica, ma un investimento in qualità. Significa offrire ai propri clienti un prodotto autentico, sano, sostenibile. “No Sex for Butterfly” è la dimostrazione che innovazione e tradizione possono convivere e che il rispetto della natura può tradursi in un vantaggio competitivo.

Questa primavera è l’occasione ideale per scoprire o riscoprire il gusto autentico della viticoltura sostenibile. La selezione di Marzo celebra non solo il ritorno del sole e del calore, ma anche la capacità della natura di offrire prodotti straordinari quando viene rispettata e valorizzata…

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