Vendemmia 2024: Tra Sfide e Innovazioni per i Vigneti di Francia

Vendemmia 2024: sfide e innovazioni per i vigneti di Francia

Vendemmia 2024: Ottobre segna la fine della vendemmia e l’inizio di una nuova fase per i produttori di vino, impegnati a trasformare i frutti della loro fatica in vini che racconteranno un’annata fatta di sfide e di sorprese. Per celebrare questo momento, abbiamo deciso di dare voce a tre produttori francesi d’eccezione: Domaine de Bablut nella regione della Loira, Huguenot Tassin nella Champagne, e Maison Antech nella Languedoc-Roussillon. Ognuno di loro, pur in contesti diversi, rappresenta un esempio di tradizione e innovazione nella viticoltura francese.

La vendemmia: un momento di raccolta e promesse

La vendemmia è uno dei momenti più cruciali e celebrati dell’anno per i produttori di vino. Generalmente, la vendemmia avviene tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno, ma il momento esatto dipende da diversi fattori, come il clima, la varietà di uva e le caratteristiche che il produttore desidera ottenere nel vino.  Quello della vendemmia è un momento delicato e complesso, che porta inevitabilmente con sé una serie di sfide. Le gelate tardive, le grandinate, le piogge intense e il caldo eccessivo sono solo alcuni degli ostacoli che i viticoltori devono affrontare. Anche le malattie della vite, come la muffa, possono influire negativamente. Ogni annata è unica e richiede una profonda conoscenza del territorio, un’attenta pianificazione e una capacità di adattamento per poter raccogliere le uve al momento giusto, preservandone la qualità e assicurando che il risultato finale sia un vino che rifletta il carattere autentico del terroir.

Tre maestri del vino: tradizione e innovazione dal cuore della Francia

Abbiamo scelto di raccontare la vendemmia 2024 attraverso le voci di tre produttori che incarnano l’eccellenza della viticoltura francese, ognuno con una storia unica e una visione distinta. Domaine de Bablut, nella valle dell’Aubance, è un simbolo di rispetto per il terroir e coltivazione biologica, con una dedizione alla qualità che attraversa generazioni. Huguenot Tassin, nella Champagne, porta avanti un’eredità familiare radicata nel rispetto dei cicli naturali e nell’adozione di pratiche sostenibili per offrire vini raffinati e complessi. Maison Antech, in Languedoc-Roussillon, rappresenta una tradizione secolare di vini effervescenti che unisce metodi antichi e un profondo rispetto per l’ambiente. Questi tre produttori, pur provenendo da regioni diverse e affrontando sfide climatiche e territoriali uniche, condividono la passione e l’impegno per la produzione di vini che raccontano il carattere autentico del loro territorio.

Per conoscerli meglio abbiamo dedicato la selezione di Ottobre proprio a loro:

Domaine de Bablut: la purezza del terroir dell’Anjou

Immerso tra i pendii dell’Anjou, Domaine de Bablut è una storica proprietà che domina il paesaggio della valle dell’Aubance. Guidato da generazioni dalla famiglia Daviau, il domaine si è dedicato esclusivamente alla viticoltura alla fine del XIX secolo, abbandonando l’antica attività di mulinatura. Oggi, Christophe Daviau, enologo con formazione a Bordeaux, porta avanti la tradizione di coltivazione biologica, praticata sin dal 1996. L’azienda si distingue per un approccio rispettoso del terroir, senza l’uso di erbicidi o pesticidi di sintesi, a favore di lavorazioni meccaniche del suolo. Il suo obiettivo è produrre vini che riflettano la personalità autentica del territorio, in armonia con la natura e senza compromessi sulla qualità. 

Vendemmia 2024: sfide e innovazioni per i vigneti di Francia

Petit Princé AOC Anjou Blanc Sec – Domaine de Bablut

100% Chenin Blanc

Il Petit Princé proviene da un terroir unico, caratterizzato da suoli di scisto attraversati da vene di quarzo. Situato su un altopiano ben ventilato, questo vino secco offre una combinazione di aromi floreali, come tiglio, acacia e biancospino, arricchiti da note di albicocca, pesca e mela cotogna. Nonostante l’eleganza dei suoi aromi, il Petit Princé non rinuncia alla forza: la sua struttura è potente, ma delicata al palato. Questo Chenin Blanc esprime una finezza e un’eleganza peculiari, mostrando un lato sofisticato di questo vitigno. È un vino che si presta all’invecchiamento, con un bouquet che evolve in complessità col passare degli anni.

Huguenot Tassin: l’espressione della natura in Champagne

Fondata nel 1984, la Maison Huguenot Tassin ha origine da un’eredità di savoir-faire familiare tramandato di generazione in generazione. Situata nella prestigiosa regione della Champagne, la maison è oggi guidata da Edouard Huguenot, giovane enologo formatosi a Beaune e con esperienza nelle caves di Drappier. Su circa 7 ettari, di cui la metà sono vieilles vignes, coltiva pinot noir, pinot blanc e chardonnay con un approccio che rispetta i cicli naturali, il sole e la luna, e abbraccia metodi biologici e di agricoltura sostenibile. Per Huguenot Tassin, la qualità è un impegno verso la natura e il palato, per creare vini che uniscono tradizione e sostenibilità.

Vendemmia 2024: sfide e innovazioni per i vigneti di Francia

Signature Millesimato – Huguenot Tassin

33% Pinot Noir, 33% Pinot Blanc, 33% Chardonnay

Questa cuvée millesimata combina l’energia dello Chardonnay con il carattere del Pinot Noir e l’eleganza del raro Pinot Blanc. Dal colore brillante, regala al naso profumi di fiori, frutta bianca e una delicata nota di nocciola. Al palato è fine e raffinato, con una vinosità sorprendente che dona equilibrio e un finale lungo e persistente. Le uve sono coltivate seguendo metodi agro-biologici e sottoposte a rese limitate per preservare il perfetto equilibrio dei sapori. La vinificazione avviene in cuves e botti, con fermentazione malolattica, e il vino matura sulle fecce per un periodo di 4-5 anni. Il dosaggio è di 6 gr/lt.

Maison Antech: le bollicine ancestrali di Limoux

A Limoux, nelle colline della Languedoc-Roussillon, Maison Antech custodisce la tradizione dei vini effervescenti sin dal 1933, quando fu fondata e specializzata nelle appellazioni Crémant e Blanquette de Limoux. L’azienda si inserisce in una storia che risale al 1531, quando i monaci benedettini di Saint Hilaire scoprirono la naturale effervescenza dei vini in bottiglia, dando origine al “metodo ancestrale.” Maison Antech, oggi alla sesta generazione, continua questa eredità con un approccio che combina tradizione e modernità. L’uso di vitigni come Chardonnay, Chenin e Mauzac su suoli argillo-calcarei permette alla maison di produrre vini che sono l’essenza del terroir, unendo delicatezza, autenticità e rispetto per l’ambiente.

Vendemmia 2024: sfide e innovazioni per i vigneti di Francia

M Brut Nature Millésimé – Antech
100%
Mauzac AOP Blanquette de Limoux

Questa Blanquette de Limoux, non dosata, lascia emergere tutta la purezza e la freschezza del Mauzac. Dal colore giallo cristallino con riflessi dorati, sprigiona al naso intensi aromi di agrumi e mela verde, con un accenno di tostatura. Al palato, rivela una grande freschezza e armonia, con un finale minerale persistente. La vinificazione segue il metodo tradizionale, con vendemmia manuale e una lunga maturazione sulle fecce di 30 mesi, senza aggiunta di dosaggio finale, per preservare al massimo l’integrità del vino.

Queste tre realtà, pur diverse per storia e tradizioni, condividono una passione comune: produrre vini che rispecchino il carattere unico del loro territorio e le sfide di ogni annata. Quest’anno, il 2024, si è rivelato particolarmente impegnativo, ma anche ricco di opportunità per sperimentare e innovare. In questo articolo, ripercorriamo insieme le esperienze della vendemmia appena conclusa, con un viaggio tra le sfide e le aspettative dei nostri tre produttori d’eccellenza.

Nel vivo della vendemmia 2024: un’annata sotto il segno delle intemperie

Nella Languedoc-Roussillon, Maison Antech descrive il 2024 come “l’anno delle 13 lune”, una metafora evocativa che riflette la complessità e l’atipicità di questa vendemmia. “È stato un anno estremo,” raccontano, “con gelate primaverili, grandinate e una persistente carenza d’acqua.” Questi eventi climatici hanno influenzato il ciclo della vite, mettendo alla prova la capacità di adattamento dei viticoltori.

La situazione non è stata diversa in Loira, dove Domaine de Bablut ha affrontato piogge incessanti e grandinate devastanti. Le condizioni umide hanno favorito la comparsa di muffa, con conseguenti perdite significative in termini di quantità. “Abbiamo avuto un forte attacco di muffa che ha colpito i nostri Chenin, riducendo sensibilmente le rese”, ci dicono. Ma nonostante le difficoltà, i produttori della Loira si mostrano comunque speranzosi rispetto alla qualità delle uve raccolte.

Anche nella Champagne, la vendemmia 2024 è stata segnata da piogge incessanti. “Tra novembre 2023 e settembre 2024, abbiamo avuto solo sei giorni senza pioggia,” racconta il team di Huguenot Tassin. Con temperature che hanno sfiorato i 3°C durante la fioritura, i viticoltori si sono trovati a gestire condizioni decisamente poco favorevoli, dovendo affrontare una delle stagioni più impegnative degli ultimi anni.

Vitigni resilienti e risultati eterogenei

Nonostante le avversità climatiche, alcuni vitigni hanno saputo dimostrare una sorprendente resilienza. Maison Antech, ad esempio, si è detta particolarmente soddisfatta delle uve Mauzac, varietà autoctona che sembra aver tratto beneficio dalle specificità del terroir di Limoux. “I Mauzac sono riusciti a sfuggire alle gelate e hanno prodotto grappoli generosi, caratterizzati da una maturazione perfetta”. Anche Chardonnay e Pinot hanno mostrato ottime qualità, nonostante alcune difficoltà legate al freddo primaverile.

Domaine de Bablut, pur dovendo fare i conti con i danni causati dalla muffa sui Chenin, confida di riuscire a trarre il meglio da ciò che è rimasto. “È ancora presto per dare una valutazione definitiva,” sottolineano, “la fermentazione è appena iniziata e stiamo monitorando attentamente l’evoluzione del vino.”

Nel frattempo, nella Champagne, Huguenot Tassin non ha riscontrato differenze significative tra i vari vitigni, ma ha notato come alcune zone abbiano reagito meglio di altre alle avversità. Le condizioni difficili hanno spinto i produttori a monitorare con grande attenzione ogni fase della vendemmia, per poter garantire il miglior risultato possibile.

Innovazioni e cambiamenti

Se la vendemmia 2024 è stata sfidante, ha anche offerto l’opportunità di sperimentare nuove tecniche e approcci innovativi. Maison Antech, ad esempio, ha introdotto alcune modifiche per proteggere l’integrità delle uve, come la riduzione del 25% del peso dei cassoni durante la raccolta e l’uso di una pressatura più delicata. “Quest’anno abbiamo lavorato con una nuova cuverie in acciaio inox, che ci ha permesso di controllare la temperatura di fermentazione con grande precisione,” spiegano.

Huguenot Tassin ha invece puntato sulla fitoterapia viticola, un approccio che fa parte di una transizione verso una viticoltura rigenerativa. Sebbene le piogge abbiano reso difficile ottenere le quantità desiderate, i produttori sono soddisfatti della qualità del raccolto. “La qualità è eccellente,” affermano, “e i vini risultano molto espressivi.”

Anche Domaine de Bablut ha deciso di sperimentare quest’anno, introducendo l’uso di vasi di terracotta per la fermentazione dei Chenin. “Speriamo che questo nuovo approccio possa aggiungere morbidezza e note fruttate al vino,” dichiarano – e non resta che attendere di sapere come si evolverà questa sperimentazione.

Uno sguardo al futuro: tra sfide climatiche e tecnologie in evoluzione

Di fronte ai cambiamenti climatici, i viticoltori guardano al futuro con una prospettiva cauta, ma anche con spirito di adattamento e innovazione. Maison Antech ritiene che il segreto stia nella capacità di adattarsi rapidamente alle sfide, investendo in vitigni autoctoni e monitorando con precisione le date di raccolta. “Lavoriamo costantemente per trovare le soluzioni migliori, dalle nuove varietà d’uva ai sistemi di potatura,” spiegano. Per loro, l’agilità è fondamentale per garantire la continuità e la qualità della produzione.

Anche Huguenot Tassin riflette sull’importanza di rafforzare la resilienza delle viti e del suolo, attraverso pratiche sostenibili che possano migliorare la risposta ai cambiamenti estremi del clima. 

Domaine de Bablut, infine, sottolinea la necessità di bilanciare tradizione e innovazione, per affrontare un futuro incerto e imprevedibile, ma ricco di sfide stimolanti.

La Vendemmia 2024 come sfida e opportunità

La vendemmia 2024 si preannuncia un’annata che, nonostante le difficoltà, promette vini di grande qualità e unicità. I produttori francesi dimostrano ancora una volta che la passione e la dedizione verso il loro lavoro sono i veri ingredienti di un buon vino, capace di raccontare non solo una stagione, ma anche una storia di resilienza e speranza per il futuro.

Ogni realtà ha affrontato sfide uniche dettate dalle condizioni climatiche imprevedibili, ma ha anche trovato modi innovativi per adattarsi e mantenere la qualità delle uve raccolte. In un contesto di cambiamenti climatici sempre più evidenti, questi professionisti dimostrano che la viticoltura può non solo sopravvivere, ma prosperare, creando vini che raccontano storie di terra, tempo e dedizione. La vendemmia 2024 ci promette vini di forte personalità e grande qualità, frutto di un equilibrio sottile tra innovazione e tradizione, e ci ricorda ancora una volta la magia unica del mondo del vino, dove ogni annata è un nuovo capitolo da scoprire e assaporare.

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Riesling della Mosella: Il Tesoro di Settembre

Riesling della Mosella: Il tesoro di Settembre

Riesling della Mosella: un viaggio sensoriale attraverso uno dei vitigni più nobili. Settembre è il mese in cui le vigne si riempiono di promesse e i calici si preparano ad accogliere i frutti di un anno di lavoro e proprio per questa occasione abbiamo in serbo una sopresa. Nel frattempo, in questa stagione, non c’è scelta migliore che dedicarsi alla scoperta dei Riesling della Mosella, vini che incarnano l’essenza stessa del territorio da cui provengono. Tra questi, i vini dell’azienda Meulenhof spiccano per tradizione e qualità, offrendo un’esperienza unica a chi cerca l’eccellenza nel bicchiere.

La Mosella: terra di vini straordinari

La Mosella è una delle regioni vitivinicole più affascinanti della Germania e del mondo. Questa valle, che si snoda seguendo il corso tortuoso del fiume Mosella, è caratterizzata da un paesaggio incantevole e da una biodiversità unica che rende ogni annata un’esperienza diversa. La regione è divisa in tre zone principali: la Mosella Superiore, la Mosella Media e la Mosella Inferiore, ciascuna con caratteristiche pedoclimatiche uniche che influenzano il profilo dei vini.

La Mosella Media, in particolare, è il cuore pulsante della produzione di Riesling. Qui, le colline ripide si innalzano vertiginosamente dalle rive del fiume, creando una serie di terrazzamenti dove le viti affondano le radici in un terreno ricco di ardesia. Questo tipo di suolo, combinato con l’influenza del fiume, crea un microclima ideale per la coltivazione del Riesling: le giornate calde e le notti fresche permettono una maturazione lenta e uniforme delle uve, preservando la loro acidità e concentrando gli aromi.

I vigneti della Mosella sono spesso esposti a sud o a sud-ovest, permettendo alle viti di catturare ogni raggio di sole disponibile. Questo è fondamentale in una regione dove le condizioni climatiche possono variare notevolmente da un anno all’altro. La combinazione di questi fattori fa sì che i vini della Mosella siano noti per la loro freschezza, eleganza e complessità, con una spiccata mineralità che riflette il terroir da cui provengono.

Il Riesling: storia e caratteristiche

Il Riesling è un vitigno dalla storia antica e affascinante, amato in tutto il mondo per la sua capacità di esprimere le caratteristiche uniche del territorio in cui viene coltivato. Le sue origini risalgono a oltre mille anni fa, nella regione del Reno, da dove si è poi diffuso in altre aree vitivinicole, tra cui la Mosella. Il nome “Riesling” deriva probabilmente dalla parola tedesca “rieseln”, che si riferisce alla caduta naturale degli acini dalle viti durante la maturazione, un processo che aiuta a concentrare gli zuccheri e gli aromi nelle uve rimanenti.

Il Riesling è noto per la sua versatilità, che gli permette di produrre una vasta gamma di stili di vino, dai secchi ai dolci, passando per i vini spumanti. Tuttavia, è nei vini secchi e semi-secchi della Mosella che questo vitigno trova una delle sue massime espressioni. Il Riesling della Mosella è famoso per le sue note aromatiche vivaci e complesse, che possono includere profumi di agrumi come limone e lime, frutta a polpa bianca come mela verde e pera, e sfumature floreali di fiori bianchi e gelsomino. Con il tempo, il Riesling sviluppa anche note più complesse di idrocarburi, miele e spezie, rendendolo uno dei pochi vini bianchi in grado di invecchiare per decenni.

L’acidità vibrante è una delle caratteristiche distintive del Riesling, conferendo al vino una freschezza che lo rende perfetto per l’abbinamento con una varietà di piatti, dalla cucina asiatica speziata ai piatti a base di pesce e frutti di mare. Inoltre, l’equilibrio tra acidità e dolcezza, soprattutto nei vini della Mosella, è ciò che rende questi Riesling così unici e apprezzati dai conoscitori di tutto il mondo.

Meulenhof: tradizione e innovazione

Nel cuore della Mosella, a Erden, sorge l’azienda Meulenhof, una cantina a conduzione familiare le cui radici affondano nel lontano 1337. Questa antica tradizione vitivinicola è stata tramandata di generazione in generazione, e oggi continua a produrre vini di altissima qualità. La vinificazione presso Meulenhof è un’arte che richiede attenzione e precisione. Le uve vengono sottoposte a una prechiarificazione naturale e la fermentazione avviene a temperatura controllata, garantendo vini complessi, eleganti e capaci di durare nel tempo.

I vigneti di Meulenhof si estendono lungo le rive del fiume Mosella e si distinguono per le loro caratteristiche uniche. Il vigneto di Erdener Prälat, con i suoi terreni ricchi di mineralità e i ripidi terrazzamenti, dà vita a Riesling strutturati e profondi. Erdener Treppchen, situato su suoli di ardesia blu, esalta gli aromi fruttati e la finezza dei suoi prodotti. Infine, Wehelener Sonnenhur, posizionato nella zona più favorevole del pendio, è apprezzato per i suoi vini minerali, eleganti e dalla forte personalità. Ogni bottiglia di Meulenhof sussurra una storia, un racconto di passione, terroir e tradizione.

Riesling della Mosella: la selezione di Settembre

Riesling della Mosella: Il tesoro di Settembre

Erdener Treppchen Riesling Kabinett

Il suo profilo aromatico è ricco e variegato. Si nota una predominanza di note fruttate che spaziano dalla pesca all’ananas, fino al frutto della passione e agli agrumi. Con l’invecchiamento, emergono sfumature minerali e fumé che si integrano armoniosamente con le componenti fruttate anche al palato. Al gusto, si presenta equilibrato, con una succosità minerale e un perfetto equilibrio tra corpo e freschezza. Il finale è vivace e netto, arricchito da un intrigante accenno speziato.

Wehlener Sonnenuhr Riesling Spätlese

Il profumo è vivace e ampio, dominato da sentori di frutta gialla ed esotica, con l’inconfondibile presenza di note minerali. Al palato, si distingue per la freschezza e la mineralità, unite a una consistenza cremosa e un buon corpo, con le stesse sfumature fruttate e minerali che continuano a farsi sentire. Il finale è lungo e pulito, caratterizzato dalla dolcezza tipica dello Spätlese (vendemmia tardiva), che ne accentua l’eleganza e il fascino.

Riesling della Mosella: Il tesoro di Settembre
Riesling della Mosella: Il tesoro di Settembre

Erdener Treppchen Riesling Auslese

Di un luminoso giallo paglierino con lievi riflessi verdognoli, questo vino è ottenuto da uve selezionate (Auslese) raccolte in fase tardiva. Al naso emergono i caratteristici sentori di idrocarburi, accompagnati da note intriganti di camomilla, albicocca essiccata, agrumi canditi e spezie dolci. Al palato, il sorso è dolce ma bilanciato da una piacevole acidità rinfrescante, con una persistenza davvero notevole.

Riesling della Mosella, un sorso d'autunno

Il Riesling della Mosella è molto più di un semplice vino. È l’espressione pura di un territorio unico, dove la tradizione si fonde con l’innovazione per creare un prodotto di rara eccellenza. Settembre è il momento perfetto per scoprire questi vini straordinari, magari proprio iniziando dai capolavori di Meulenhof. Lasciatevi trasportare dalle loro note aromatiche e dalla loro incredibile complessità. Sarà un viaggio indimenticabile tra le colline della Mosella, in compagnia di uno dei vitigni più nobili al mondo.

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Lunio San Bartolomeo: un metodo classico per il plenilunio

Lunio San Bartolomeo: un metodo classico per il plenilunio

Lunio San Bartolomeo: un vino che è un racconto… Sin dai tempi antichi, la luna ha esercitato una profonda influenza sulle tradizioni e sulla natura. Questo legame mistico si manifesta nelle maree e nei cicli agricoli, ma anche nella coltivazione della vite e nella produzione del vino. La luna piena, con la sua luce argentea, è simbolo di pienezza e maturità, e il Lunio di San Bartolomeo incarna perfettamente questa magia lunare. Ogni sorso di questo metodo classico, giovane e fruttato, rappresenta un viaggio sensoriale che unisce il cielo e la terra, la tradizione e l’innovazione… perfetto per le sere d’estate ed unico protagonista per la nostra selezione di Agosto.

Luna & Vino, tra scienza e misticismo

La connessione tra la luna e la viticultura è un legame antico e affascinante, radicato nelle tradizioni agricole di molte culture. Gli agricoltori hanno osservato per secoli come le fasi lunari influenzino la crescita delle piante, l’umidità del suolo e persino la qualità del raccolto. In viticultura, questi cicli lunari sono considerati fondamentali per determinare i momenti ottimali per la potatura, la vendemmia e altre pratiche viticole. 

Mai lavorare il vino con la luna ‘nuova’. È un’indicazione che, pur non rientrando in nessun disciplinare di produzione, i viticoltori hanno fatto propria. La luna ‘vecchia’, ossia piena, invece, è l’ideale per travasare qualsiasi tipo di vino e iniziare l’imbottigliamento. Una motivazione potrebbe essere riconducibile alle variazioni di pressione atmosferica, legate alle fasi lunari. La luna ‘nuova’ farebbe scendere il livello del vino all’interno della bottiglia, formando aria fino a far saltare il tappo. Questo approccio, che combina osservazioni empiriche e una profonda connessione con i ritmi naturali, è particolarmente evidente nella produzione di vini di alta qualità come il Lunio San Bartolomeo, dove l’armonia tra cielo e terra si riflette nel carattere unico del vino.

La qualità di un Metodo Classico

Il “metodo classico” è una tecnica di produzione del vino spumante che affonda le sue radici in una tradizione secolare, particolarmente associata alla regione dello Champagne in Francia. Questo metodo prevede una seconda fermentazione direttamente in bottiglia, un passaggio cruciale che permette di sviluppare il caratteristico perlage, ovvero le fini e persistenti bollicine che impreziosiscono il vino spumante.

La seconda fermentazione è un processo delicato e complesso che avviene lentamente e sotto rigoroso controllo delle condizioni ambientali, come temperatura e umidità. Durante questa fase, il vino acquisisce complessità e raffinatezza, grazie all’interazione prolungata con i lieviti, che donano aromi e sapori distintivi.

Una parte fondamentale del metodo classico è il “remuage”, un’operazione che consiste nel ruotare e inclinare periodicamente le bottiglie. Questo movimento graduale ha lo scopo di raccogliere i sedimenti, costituiti principalmente dai lieviti, nel collo della bottiglia. Questi sedimenti devono essere rimossi per ottenere un vino limpido e brillante, e ciò avviene attraverso la “sboccatura” o “dégorgement”. Durante questa fase, il collo della bottiglia viene congelato e il tappo temporaneo viene rimosso, permettendo ai sedimenti di essere espulsi dalla pressione naturale del vino.

Il risultato di questo meticoloso processo è un vino spumante di qualità superiore, caratterizzato da una finezza e una persistenza delle bollicine che esaltano ogni sorso. Il metodo classico, con la sua attenzione ai dettagli e il rispetto per le tradizioni antiche, assicura un prodotto finale di straordinaria eleganza e complessità, perfetto per celebrare momenti speciali o semplicemente per essere apprezzato in tutta la sua ricchezza aromatica.

Tenuta San Bartolomeo: una storia da raccontare

Situata nella splendida alta Val Tiberina, tra le frazioni di Resina e Parlesca, nella parte nord del comune di Perugia, la Tenuta San Bartolomeo è molto più di una semplice cantina. È una storia di famiglia, di persone, e di cambiamenti. Questo progetto vitivinicolo nasce dall’amore e dalla passione di una famiglia che ha voluto ridare vita alle antiche tradizioni enologiche della regione, reinterpretandole con una visione moderna.

La tenuta si estende per circa sette ettari, coltivati con varietà come Petit Verdot, Merlot, Grero, Pinot Nero, Vermentino, Trebbiano e Pinot Grigio. Ogni vite è curata con metodi non invasivi, seguendo i principi di un’agricoltura sostenibile e rispettosa dell’ambiente. Le tecniche tradizionali dei nonni si fondono con l’innovazione, creando vini che raccontano la storia e l’anima di questo territorio.

La filosofia produttiva della tenuta si basa su un profondo rispetto per la natura e su una continua ricerca dell’eccellenza. Ogni fase del processo produttivo, dalla coltivazione delle viti alla vendemmia, dalla fermentazione all’affinamento, è curata con la massima attenzione ai dettagli.

Lunio San Bartolomeo: un'opera d'arte

Il Lunio San Bartolomeo è un vino raffinato e di grande carattere, ottenuto da un blend di Pinot Grigio e uve bianche autoctone umbre. Le viti, piantate su terreni argillosi e sabbiosi, hanno un’età di dodici anni, e la vendemmia viene effettuata manualmente agli inizi di agosto. Questo approccio artigianale permette di selezionare solo i migliori grappoli, assicurando una qualità eccellente.

La fermentazione avviene in modo spontaneo, con un attento controllo delle temperature per preservare gli aromi e i sapori del vino. Successivamente, il vino viene affinato in acciaio e in bottiglia, per un periodo complessivo di 18 mesi sulle fecce, senza dosaggio. Questo processo conferisce al Lunio un perlage fine e persistente, che esalta la brillantezza del suo colore giallo paglierino.

Al naso, il Lunio offre un bouquet complesso e affascinante, con note di frutta gialla matura, agrumi, fiori di acacia e una delicata fragranza di crosta di pane. Al palato, si distingue per la sua freschezza e sapidità, che invitano a un altro sorso grazie alla sua armonia e piacevolezza giovanile.

Lunio San Bartolomeo: un metodo classico per il plenilunio

Lunio | Pinot grigio e uve bianche autoctone umbre

Un blend di Pinot Grigio e uve bianche autoctone umbre, coltivate su terreni argillosi e sabbiosi. Le viti di 12 anni sono vendemmiate manualmente ad agosto. La fermentazione è spontanea con controllo della temperatura, seguita da affinamento in acciaio e bottiglia. Presenta un colore giallo paglierino brillante con perlage fine e persistente. Maturazione su fecce 18 mesi. Nessun dosaggio.

Un sorso di luna…

Il Lunio di San Bartolomeo non è solo un vino, ma un vero e proprio tributo alla luna e alla terra umbra. La sua produzione, che combina metodi tradizionali e innovazioni moderne, riflette la dedizione e la passione della famiglia della Tenuta San Bartolomeo. Ogni bottiglia è il risultato di un impegno costante verso la qualità e il rispetto per la natura, offrendo un vino che sa emozionare e incantare…. 

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Verdicchio: 3 vini d’autore per la tua estate

Il Verdicchio è uno dei vitigni più rappresentativi dell’Italia: non è solo un vitigno, è un simbolo, un emblema che incarna l’essenza stessa delle Marche, una terra dove il verde delle colline si fonde armoniosamente con l’azzurro dell’Adriatico. La selezione di questo mese celebra proprio il Verdicchio, ma non uno qualsiasi: preparatevi a scoprire tre verdicchi d’autore firmati Cantine Mariotti.

Il Verdicchio: Una Varietà Vinicola delle Marche

Il Verdicchio è un vitigno che si distingue per la sua eccezionale capacità di esprimere il terroir unico delle Marche, una regione con un mosaico di terreni argillosi, calcarei e sabbiosi, spesso attraversati da brezze marine che moderano il clima. Queste caratteristiche del suolo e del clima contribuiscono a sviluppare nei vini di Verdicchio una marcata mineralità e una fresca acidità, rendendoli particolarmente longevi e versatili.

Le note olfattive del Verdicchio sono tipicamente vivaci e fresche, con un bouquet aromatico che spazia dalla frutta a polpa bianca, come la mela verde e la pera, a sfumature di agrumi e sentori floreali, che si possono intensificare con l’invecchiamento. Non è raro trovare anche accenti di erbe aromatiche e, in quelli più maturi, note di mandorla e spezie delicate.

Al palato, il Verdicchio sorprende per la sua robusta struttura e vivacità, bilanciata da un corpo medio che culmina in una finitura persistente e rinfrescante. Questa complessità lo rende un vino estremamente adattabile, capace di evolvere bene con il tempo e di accompagnare una vasta gamma di piatti, dalla cucina di mare fino ai formaggi stagionati e piatti a base di verdure.

La peculiarità del Verdicchio risiede nella sua abilità di riflettere e raccontare il territorio delle Marche, rendendolo non solo un vino da gustare, ma anche un’esperienza sensoriale che trasporta direttamente nelle verdi colline marchigiane, tra le brezze marine e le tradizioni di una terra ricca di storia vitivinicola.

Cantine Mariotti: Custodi della Tradizione

Le Cantine Mariotti, situate ad Apiro, un pittoresco borgo medievale vicino al Monte San Vicino, rappresentano una delle realtà più interessanti del panorama vinicolo marchigiano. Fondate sulle ceneri dell’antica cantina di Antonio Canestrari, un pioniere della viticoltura degli anni ’90, queste cantine hanno ereditato non solo i vigneti ma anche un patrimonio di sapere enologico. Guidati da Sebastiano Mariotti, con il supporto della moglie Michela e sotto la guida esperta dell’enologo Giancarlo Soverchia, le Cantine Mariotti si distinguono per la loro dedizione alla qualità e all’innovazione. Il processo di selezione delle uve è meticoloso e l’adozione di tecniche di bioprotezione in cantina assicura vini di qualità sopraffina. 

Il Verdicchio di Cantine Mariotti

I Verdicchi delle Cantine Mariotti sono il risultato di un attento lavoro di selezione e produzione. Questi vini rispecchiano la ricchezza del territorio, con una freschezza che racconta la selvaggia macchia mediterranea e le colline punteggiate di olivi secolari che circondano l’azienda. Oltre al Verdicchio, la cantina produce anche vini rossi che sono altrettanto distintivi e apprezzati.

Verdicchio: 3 vini d’autore per la tua estate

Nannì | Verdicchio dei castelli di Jesi classico DOC
100% verdicchio

Queste produzioni di Verdicchio sono realizzate impiegando vecchi cloni selezionati. Le uve subiscono una pressatura delicata, dopodiché i mosti vengono chiarificati mediante sfacciatura a freddo e fermentati in botti di cemento a temperatura controllata. Il vino si presenta con un colore giallo vivido e riflessi luminosi. All’olfatto, emerge un profumo fresco e marcato, dominato da intense note floreali e di frutta bianca.

L'Apiro | Verdicchio dei castelli di Jesi classico DOC
100% verdicchio

Questo vino prende il nome dal borgo in cui viene prodotto. La raccolta delle uve avviene all’alba per preservare le qualità distintive degli antichi cloni di Verdicchio. Il vino si distingue per il suo colore giallo paglierino. Al naso offre un profilo olfattivo pulito e rigoroso, caratterizzato da note floreali proprie del vitigno, come il biancospino e la frutta a polpa bianca. Si percepiscono anche aromi derivanti dalla flora selvatica del vigneto, con un chiaro sottofondo minerale e sfumature di mandorla nel retrogusto.

Verdicchio: 3 vini d’autore per la tua estate
Verdicchio: 3 vini d’autore per la tua estate

Cuve M | Verdicchio dei castelli di Jesi classico superiore DOC
100% verdicchio

Questa particolare botte, denominata “il Sasso”, proviene dal vigneto più alto dell’azienda situato vicino al Monte San Vicino, a 1400 metri di altitudine. Le condizioni uniche di raccolta tardiva e l’escursione termica giorno/notte di fine settembre contribuiscono a creare uve di qualità superiore, trattate con cura in cantina per ottenere un vino speciale. Si presenta con un colore giallo paglierino e riflessi verdognoli. Al naso, emergono profumi di frutti bianchi, biancospino ed erbe aromatiche, arricchiti da una nota minerale e un finale leggermente amarognolo.

Il calice perfetto per la tua estate...

Con le loro note fresche e vivaci di fiori e frutta, i vini di Mariotti sono perfetti per l’estate, aggiungendo un tocco di eleganza e freschezza a qualsiasi tavola. Celebrano non solo il palato ma anche l’eredità vitivinicola delle Marche, rendendo ogni sorso un tributo vibrante a questa terra ricca di cultura e bellezza.

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Il Viaggio di Luca Bellani per dare il benvenuto all’estate

Il Viaggio di Luca Bellani è molto più di un semplice percorso professionale; è la manifestazione di una passione ardente, un percorso ricco e variegato. Una dedizione ineguagliabile verso l’arte della vinificazione, che unisce competenze tecniche e sensibilità artistica nella creazione di due vini che sono veri e propri capolavori.

Un confronto con i più rinomati produttori del panorama vinicolo sia nazionale che europeo,  e un’interazione costante con i maestri del vino che ha permesso a Luca di affinare le sue tecniche, di apprendere nuove metodologie e di integrare nel suo lavoro le migliori pratiche del settore. Una visione innovativa e capacità di interpretare i vini attraverso il prisma del suolo e una filosofia che si basa sulla convinzione che il terroir sia l’anima del vino, e che ogni terreno racconti una storia unica che merita di essere espressa e valorizzata. Questo approccio gli ha permesso di creare vini che non solo soddisfano il palato, ma che raccontano una storia, evocano un luogo e trasmettono le emozioni di un viaggio infinito attraverso le vigne.

Siete pronti a partire? 

Luca Bellani, l'anima del Viaggio

L’azienda di Luca Bellani ha radici profonde che risalgono al 1905, quando il bisnonno Giovanni Bellani acquistò alcuni appezzamenti di terreno vitato tra Mornico Losana e Oliva Gessi. Fin dagli inizi, l’azienda ha coniugato tradizione e innovazione, rispettando profondamente il prodotto e adottando le migliori tecniche vitivinicole moderne. Le coltivazioni seguono metodi naturali e i trattamenti anticrittogamici sono attentamente controllati e ridotti al minimo, utilizzando solo prodotti non inquinanti.

La famiglia Bellani ha sempre posto grande attenzione nella scelta dei terreni più adatti per ogni vitigno, garantendo così vini di altissima qualità. A Oliva Gessi, con i suoi suoli gessosi e calcarei, vengono coltivati principalmente Riesling, Pinot Grigio e Pinot Bianco. A Mornico Losana, dove i terreni sono marnosi, si trovano le coltivazioni di Pinot Nero e Chardonnay.

Ogni anno, i vini di Luca Bellani si riconoscono per i loro elevati standard qualitativi, frutto di un profondo rispetto per le uve e di un forte legame con il territorio. Questa combinazione di tradizione, innovazione e attenzione meticolosa ai dettagli ha permesso all’azienda di distinguersi nel panorama vinicolo, offrendo prodotti che incarnano la vera essenza del terroir.

Due bottiglie d'autore, le tappe del Viaggio

LUCA BELLANI | Bianco_01
100% vermentino

Luca Bellani, con il supporto della famiglia Sannitu, ha intrapreso con grande impegno il recupero di una storica vigna di Vermentino. Questo progetto ha dato vita a un vino dalle complesse note aromatiche, che includono timo e rosmarino, oltre a sentori di agrumi e frutta esotica. In bocca, il vino si distingue per la sua vivace freschezza, che rende ogni sorso piacevole e porta a un finale netto e raffinato, estremamente pulito alla bocca. 

LUCA BELLANI | Bianco_02
100% riesling

Questo vino “unico” è prodotto utilizzando il clone Mosel Heinz 65, risultante dalla combinazione di uve coltivate in due regioni distinte: la Valle del Riesling nell’Oltrepò Pavese in Italia e la Valle della Mosella in Germania. Questo straordinario esperimento ha l’obiettivo di dimostrare come due territori, sebbene differenti, possano produrre vini di qualità comparabile, sottolineando la compatibilità e il potenziale delle rispettive zone vitivinicole.

Perfetti per dare il benvenuto all'estate...

Durante l’estate, i vini bianchi diventano protagonisti indiscussi, grazie alla loro capacità di offrire freschezza e piacevolezza al palato. La capacità di questi vini bianchi di mantenere una buona acidità è fondamentale. L’acidità non solo conferisce freschezza e vivacità al vino, ma aiuta anche a bilanciare la ricchezza degli aromi, rendendo ogni sorso equilibrato e armonioso. Se siete alla ricerca di un’esperienza che vi porti letteralmente in un viaggio sensoriale, i vini di Bellani, complessi e affascinanti, sapranno darvi una soddisfazione ricca e strutturata. 

Scegliere i vini di Luca Bellani non solo significa apprezzare il frutto di una tradizione familiare centenaria e un’innovazione continua, ma anche sperimentare la magia del terroir attraverso vini bianchi complessi e affascinanti, perfetti per esaltare i momenti estivi con la loro freschezza e profondità. Questo viaggio enologico, che unisce la ricchezza dei suoli italiani e tedeschi, dimostra come la passione e la dedizione possano creare vini che raccontano storie uniche, incantando ogni palato con la loro straordinaria qualità.

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Vini floreali e fruttati: i Rossi di Maggio

Vini floreali e fruttati | I Rossi di Maggio

Vini floreali e fruttati: Maggio è un mese che cattura l’essenza della primavera, celebrato con rose in fiore e fragole fresche. Questo contesto primaverile ci invita inevitabilmente a selezionare vini che rispecchino freschezza e vivacità della stagione, rossi – corposi, floreali e fruttati, scelte ideali per accompagnare questo periodo dell’anno.

I vini floreali e fruttati sono categorie che rispecchiano la ricchezza aromatica che un vino può offrire, derivante direttamente dalle caratteristiche innate dell’uva e influenzate da fattori come il terroir, il clima e le tecniche di vinificazione. Entrambe le categorie di vini sono apprezzate per la loro capacità di evocare, rispettivamente, la freschezza dei frutti e la delicatezza dei fiori.

Vini Floreali, simbolo di Primavera

Il detto “fiori bianchi e gialli nei vini bianchi; fiori rossi e viola nei vini rossi” si riflette molto bene nella composizione aromatica dei vini, dove i profumi floreali tendono a corrispondere visivamente ai colori tipici dei fiori associati ai diversi tipi di vino. Questa distinzione cromatica e aromatica non solo arricchisce l’esperienza sensoriale del vino, ma offre anche un’utile linea guida per associare e descrivere i profumi.

I vini floreali sono noti per le loro distinte note olfattive che evocano una varietà di fiori. Questi aromi floreali provengono da composti aromatici naturali presenti nell’uva e possono essere accentuati attraverso specifiche tecniche di vinificazione. I profumi floreali nei vini non sono risultato di un contatto diretto con i fiori, ma piuttosto di un’espressione del terroir e delle caratteristiche varietali dell’uva, influenzate anche dal clima e dalla lavorazione in cantina.

Le caratteristiche dei Vini Floreali

  1. Profilo Aromatico: I vini floreali offrono un bouquet ricco di aromi che possono includere una vasta gamma di fiori, come rose, viole, gelsomini, fiori di tiglio, e molti altri. Questi profumi possono variare da delicati a intensi, a seconda del tipo di uva e delle tecniche di vinificazione utilizzate.
  2. Gusto: Anche se il gusto di un vino floreale può non essere direttamente floreale, i profumi percepiti al naso possono influenzare la percezione complessiva del gusto, aggiungendo strati di freschezza e complessità. I vini floreali tendono a essere eleganti e armoniosi, con una buona acidità che bilancia l’intensità dei profumi.
  3. Corpo: Generalmente, i vini floreali variano da leggeri a mediamente corposi. La presenza di note floreali è spesso associata a vini più leggeri e freschi, ma ci sono eccezioni, come alcuni vini bianchi aromatici più corposi che esibiscono intensi aromi floreali.
  4. Persistenza aromatica: I vini floreali sono spesso apprezzati per la loro lunga persistenza aromatica, che lascia una sensazione piacevole e raffinata al palato.
…nei vini bianchi

I vini bianchi sono spesso caratterizzati da profumi di fiori bianchi e gialli che complementano la loro freschezza e il loro carattere fruttato. Questi fiori possono includere:

  • Gelsomino: Questo fiore aggiunge note intensamente aromatiche e un po’ dolci, tipiche di vini aromatici come il Moscato e alcuni Gewürztraminer.
  • Camomilla: Con il suo profumo delicato e calmante, la camomilla è spesso percepita in vini come la Chamomile, un vino bianco che può offrire una sottile complessità.
  • Acacia: I fiori di acacia conferiscono un aroma fresco e leggermente dolce, comune in vini come il Chardonnay e il Viognier.
…e nei Vini Rossi

Per quanto riguarda i vini rossi, i profumi di fiori rossi e viola sono frequenti e contribuiscono significativamente al profilo aromatico complessivo:

  • Rosa: Le note di rosa sono particolarmente evidenti in vini rossi delicati come il Pinot Nero e lo Schiava, dove aggiungono una dimensione sofisticata e sottile al naso.
  • Viola: Le violette sono distintive in vitigni come la Syrah e il Malbec, dove i loro aromi profondi e leggermente polverosi si combinano magnificamente con la frutta scura, dando luogo a vini di grande struttura e profondità.

Questi profumi floreali nei vini rossi non solo ne elevano l’aroma, ma spesso si traducono in una maggiore complessità al palato, rendendo il vino più intrigante e memorabile.

Vini Fruttati: Caratteristiche e Profili di Frutta

I vini fruttati rappresentano una delle categorie più affascinanti e accessibili del mondo vinicolo, distinti per la loro vivace espressività aromatica che rispecchia la freschezza e la varietà della frutta. Amati per la loro capacità di catturare l’essenza della frutta al suo apice di maturazione, trasportano direttamente nei calici le sensazioni olfattive di bacche, frutti di bosco, frutta tropicale e a polpa bianca.

Caratteristiche dei vini fruttati
  1. Profilo Aromatico I vini fruttati sono noti per i loro intensi aromi che possono evocare frutta fresca o matura. Questi profumi possono includere frutti di bosco (come fragole, lamponi e mirtilli), frutta a guscio nero (come prugne e more), agrumi (come limone e arancia), o frutta esotica e a polpa bianca (come mango, pesca, e pera). L’intensità e la specificità del profilo fruttato dipendono dal tipo di uva, dalle condizioni climatiche in cui è cresciuta e dalle tecniche di vinificazione.
  2. Gusto: Il gusto di un vino fruttato è spesso una diretta continuazione dei suoi aromi. I vini fruttati non sono necessariamente dolci; molti di essi sono secchi ma conservano una ricca espressività di frutta nel gusto. La percezione di dolcezza può essere accentuata dalla maturità della frutta utilizzata e dall’alcol presente nel vino.
  3. Corpo:  I vini fruttati possono variare notevolmente in termini di corpo. Alcuni, come molti vini bianchi fruttati o rosati, sono leggeri e freschi, mentre altri, come certi vini rossi fruttati fatti con uve come Shiraz o Merlot, possono essere più corposi e ricchi.
  4. Persistenza Aromatica: I vini fruttati spesso presentano una lunga persistenza aromatica, che lascia un’impressione duratura di freschezza fruttata sul palato. Questa caratteristica rende i vini fruttati particolarmente memorabili e gratificanti.

La capacità di un vino di evocare specifici aromi di frutta è una delle sue caratteristiche più affascinanti e piacevoli. Questi aromi sono influenzati da vari fattori, inclusi il vitigno, il terroir, il clima e le tecniche di vinificazione. Qui di seguito, esploreremo alcuni dei tipi di frutta più comunemente riconoscibili nei vini:

Frutta a Bacca Rossa I vini che presentano note di frutta a bacca rossa spesso evocano sensazioni di fragole, ciliegie, lamponi, e ribes rosso. Questi aromi sono tipici di vini rossi giovani e freschi come il Pinot Noir, il Gamay e alcuni tipi di rosati. Questi frutti contribuiscono a un profilo aromatico vivace e giovanile.

Frutta a Bacca Nera Frutti come mirtilli, more, prugne e ribes nero sono comuni nei vini rossi più corposi e strutturati. Varietà come Cabernet Sauvignon, Merlot e Syrah spesso esibiscono queste intense note fruttate che possono essere accompagnate da una certa dolcezza percettiva e tannini più marcati.

Frutta a Polpa Bianca Mela, pera, e pesca sono tipici degli aromi dei vini bianchi. Il Chardonnay, per esempio, può variare da sapori di mela verde e pera nei climi più freschi, a pesca e melone nei climi più caldi. Altri vitigni come il Pinot Grigio e il Sauvignon Blanc spesso presentano una gamma simile di aromi fruttati.

Agrumi Note di limone, lime, arancia e pompelmo sono comuni in molti vini bianchi, in particolare in quelli provenienti da regioni fresche. Il Sauvignon Blanc, ad esempio, è rinomato per il suo vibrante profilo di agrumi che può essere accompagnato da una rinfrescante acidità.

Frutti tropicali come ananas, mango e papaya arricchiscono alcuni vini bianchi aromatici, tipicamente il Gewürztraminer e i Riesling di climi caldi. Questi frutti portano esoticità e un’invitante dolcezza percettiva. Il litchi, particolarmente associato al Gewürztraminer, offre un’intensa aromaticità che distingue questi vini.

Frutta secca come uva passa e fichi sono spesso presenti in vini dolci o fortificati, come Porto e Sherry. Questi frutti secchi sono indicativi dell’appassimento delle uve, una tecnica che concentra gli zuccheri e intensifica i sapori. Questi aromi aggiungono profondità e ricchezza, rendendo i vini particolarmente adatti all’invecchiamento.

Vini Floreali e Fruttati: la nostra selezione

Molti vini presentano una combinazione di note fruttate e floreali, offrendo un’esperienza olfattiva e gustativa ricca e stratificata. Questa la nostra selezione per il mese di Maggio:

Vini floreali e fruttati | I Rossi di Maggio

Le Caviste | Château de Chénas Beaujolais
Coeur de Granit

100% gamay

La cuvée “Cœur de Granit” è emblematica della regione, coltivata su terreni prevalentemente granitici che conferiscono al vino caratteristiche uniche. Prodotta esclusivamente con uve Gamay, questa cuvée subisce una macerazione semi-carbonica e un affinamento in vasche di acciaio inox, risultando in un vino dal colore rubino intenso. Al naso si presenta concentrato ed elegante, con un perfetto equilibrio di aromi fruttati e floreali. Al palato, si distingue per tannini fini e sapori croccanti di frutti rossi, rendendolo un esemplare rappresentativo dell’eccellenza del Beaujolais.

Corte Aleardi | Valpolicella DOC Classico

60% corvina | 20% corvinone | 20% rondinella

Le uve per questo vino provengono dai vigneti situati sulle colline di Bure Alto e Gargagnago, dove raggiungono una maturazione fenolica completa. La fermentazione è spontanea, utilizzando solo lieviti autoctoni, e segue una macerazione di 8-10 giorni con una maturazione di 8 mesi in acciaio. Questo processo enfatizza i profumi intensi di ciliegia matura e frutti di bosco freschi. Al palato, il vino si rivela fresco e piacevolmente divertente.

Vini floreali e fruttati | I Rossi di Maggio
Vini floreali e fruttati | I Rossi di Maggio

Ayunta | Nerello Mascalese Rosso IGT

100% nerello mascalese

Le uve vengono raccolte non appena raggiungono il livello zuccherino ottimale. Segue una pigia-diraspatura e una breve macerazione, prima di essere travasate in vasche di acciaio. In parallelo, una piccola parte di grappoli interi viene macerata a parte in un ambiente saturo di anidride carbonica, per poi essere assemblata al resto del mosto, arricchendone il carattere fruttato. Dopo la fermentazione, il vino matura in contenitori di cemento per almeno sei mesi, risultando in un assaggio succoso, elegante e fresco, con una nota sapida sul finale.

Scopri i profumi di primavera…

I vini floreali e fruttati rappresentano due delle più affascinanti espressioni del vino, offrendo un’ampia gamma di profumi e sapori che possono variare considerevolmente a seconda delle condizioni di crescita dell’uva e delle scelte enologiche.

Questi vini non solo deliziano il palato, ma stimolano anche l’olfatto, elevando l’esperienza di degustazione a un livello superiore di piacere e apprezzamento sensoriale. Sono ideali per chi cerca vini con un marcato carattere varietale e una forte impronta aromatica.

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Vini aromatici: la primavera dei sapori

Vini aromatici: la primavera dei sapori

Vini aromatici: quale miglior soggetto per inaugurare la nuova stagione? La primavera risveglia i sensi, dipingendo la natura di colori vivaci e saturando l’aria di profumi inebrianti. In questo periodo dell’anno, la tavola si arricchisce di sapori freschi e genuini, e cosa c’è di meglio che accompagnare questi momenti con un calice di vino aromatico?

Questi vini, con le loro note olfattive distintive e seducenti, sono i protagonisti indiscussi di abbinamenti gastronomici primaverili. Cosa dire per esempio di prelibatezze di stagione come gli asparagi, che con la loro texture croccante e il sapore delicato diventano compagni ideali.

Cosa Sono i Vini Aromatici?

I vini aromatici rappresentano una categoria speciale nel vasto universo enologico. Caratterizzati da un’intensità olfattiva notevole, derivano il loro nome proprio dalla ricchezza aromatica che li distingue. Questi vini possono essere ottenuti sia da uve aromatiche, come Moscato, Traminer, e Malvasia, le cui caratteristiche genetiche conferiscono al vino note floreali, fruttate, speziate, e talvolta esotiche, sia attraverso tecniche di vinificazione particolari che ne esaltano il profilo aromatico.

Le tipologie spaziano dai dolci e amabili, perfetti per il dessert e le occasioni speciali, ai secchi e freschi, ideali per l’aperitivo o per accompagnare piatti leggeri. Questa varietà permette di esplorare un’ampia gamma di esperienze sensoriali, trovando sempre il vino giusto per ogni occasione.

A cosa si deve l'aroma dei vini?

L’aroma dei vini è il risultato di un complesso intreccio di fattori, che inizia già nel vigneto e si conclude con la vinificazione. Le uve, a seconda della varietà e del terroir in cui crescono, accumulano una serie di composti aromatici. Questi possono essere terpeni, esteri, aldeidi, e molti altri, ognuno dei quali contribuisce con note olfattive specifiche, come quelle floreali, fruttate, erbacee o speziate. Durante la vinificazione, le tecniche utilizzate – dalla fermentazione alla maturazione in barrique – possono alterare, esaltare o aggiungere nuove dimensioni aromatiche al vino. 

L’aroma di un vino deriva principalmente da tre fonti: gli aromi primari, legati alla varietà di uva; gli aromi secondari, generati dai processi fermentativi; e gli aromi terziari, sviluppati con l’invecchiamento.

Aromi Primari

Questi sono intrinseci alla varietà di uva utilizzata e sono influenzati dalle condizioni ambientali in cui l’uva matura, come il clima, il suolo e le pratiche viticole. Per esempio, le uve Muscat possono avere note floreali intensamente aromatiche, mentre le uve Sauvignon Blanc sono spesso associate a toni erbacei o di frutta a polpa bianca. Questi composti aromatici, come i terpeni e i tioli, sono presenti naturalmente nell’acino di uva e sono responsabili delle prime impressioni olfattive del vino.

Aromi Secondari

Questi si formano durante la fermentazione alcolica e malolattica. I lieviti e i batteri lattici trasformano lo zucchero dell’uva in alcol etilico e anidride carbonica, producendo al tempo stesso un’ampia gamma di composti, come gli esteri e gli alcoli superiori, che aggiungono complessità all’aroma del vino. Per esempio, gli esteri possono contribuire con note fruttate e floreali, mentre certi alcoli superiori possono aggiungere sfumature di mela verde o banana. Le tecniche di vinificazione, come la scelta dei lieviti o la temperatura di fermentazione, giocano un ruolo cruciale nel modulare questi aromi.

Aromi Terziari

Sviluppati durante l’invecchiamento in bottiglia o in barrique, questi aromi sono il risultato di reazioni chimiche complesse, come l’ossidazione e l’idrolisi. Il legno delle barriques, ad esempio, può aggiungere note tostate, di vaniglia o di spezie al vino, a seconda del tipo di legno e del grado di tostatura. Con il passare del tempo, i vini evolvono sviluppando aromi più complessi e sottili, come quelli di frutta secca, tabacco, cuoio o sotto bosco, che arricchiscono ulteriormente il bouquet.

Abbinamenti primaverili

La primavera è il momento ideale per riscoprire il piacere degli abbinamenti tra cibo e vino. Gli asparagi, verdure primaverili per eccellenza, con il loro gusto unico e la consistenza croccante, offrono infinite possibilità in cucina, dagli antipasti ai primi piatti. La loro nota leggermente amarognola richiede vini che possano equilibrare questa caratteristica senza sovrastarla. 

Non solo asparagi, la primavera porta in tavola un’infinità di verdure e piatti leggeri. Pensiamo a insalate primaverili, piatti a base di pesce, e frutti di mare, che trovano nei profili aromatici dei vini bianchi la risposta ideale per abbinamenti sorprendenti e armoniosi.

La nostra selezione

FRANK MILLET | SANCERRE BLANC
100% SAUVIGNON

Un’incantevole tonalità oro brillante, impreziosita da delicati riflessi paglierini, che svela l’eleganza e la finezza di questo vino. Al naso, si rivela con un carattere vigoroso e al contempo raffinato, un vero e proprio specchio del terreno di origine. Sentori floreali e fruttati si mescolano in bocca  in un’esplosione di frutta, con una spiccata vena acida ed una struttura piena. Con una densità di circa 6500 ceppi per ettaro, questo nettare viene magistralmente elaborato attraverso processi di vinificazione e maturazione in acciaio, garantendo la preservazione della sua freschezza e del suo profilo aromatico distintivo.

VALTER SIRK | SAUVIGNON
Vigneto Njiva, Zamurava.
Anno impianto 1990, 1995.

Frutto di un’innovativa tecnica di coltivazione che prevede un sistema di allevamento unilaterale capovolto: il metodo Guyot unilaterale. La vinificazione si distingue per l’utilizzo di tre diversi cloni di uva, sottoposti a criomacerazione e vinificati separatamente, prima di essere sapientemente assemblati. Questo processo si avvale di uve particolarmente mature e di una tecnica di macrofiltrazione, garantendo una qualità eccezionale. Dopo 15 mesi dalla vendemmia, il vino viene imbottigliato e lasciato affinare per ulteriori 2 mesi in bottiglia, raggiungendo un equilibrio perfetto tra eleganza e forza espressiva. Caratterizzato da una vivace freschezza e da una pronunciata mineralità è ideale per accompagnare piatti primaverili.

LONA ESTER | MÜLLER THURGAU
100%
MÜLLER THURGAU

Creato nel 1883 da Hermann Müller, questo incrocio di varietà bianche unisce il Riesling renano e il Chasselas, portando alla vita un vino distintivo. La fermentazione avviene in serbatoi di acciaio inox, con un attento controllo della temperatura, per preservarne l’integrità aromatica. Visivamente, il vino si distingue per il suo colore giallo paglierino, illuminato da delicati riflessi verdolini. Al palato si rivela fruttato e piacevolmente aromatico, tessendo insieme note di salvia, pesca e mela golden in un insieme armonioso. Al gusto si presenta secco, con una piacevole sapidità e una freschezza vivace, bilanciata da un sottile filo di acidità che ne esalta la bevibilità e la complessità.

La Primavera sboccia nel bicchiere

Mentre la natura si risveglia, lasciamoci ispirare da questi vini deliziosi e dalla maestria dei loro produttori, perfetti compagni per esplorare nuovi abbinamenti gastronomici o per godere di momenti di pura gioia sensoriale. 

Dal giardino delle varietà uvali alla maestria della vinificazione, i vini aromatici continuano a catturare l’immaginazione e il palato di intenditori e neofiti, promettendo esperienze sempre nuove e affascinanti nel mondo dell’enogastronomia.

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Vini dolci: per un 2024 all’insegna della dolcezza!

Vini dolci: per un 2024 all’insegna della dolcezza!

Vini dolci: il nostro modo di iniziare il 2024 con dolcezza! Gennaio, spesso definito “il mese più triste dell’anno”, merita di essere addolcito con qualcosa di speciale: il mese della ripartenza è un foglio bianco ricco di opportunità, ma spesso accompagnato da una nota di malinconia post-festiva.

Ecco quindi il tema di questa nostra selezione per addolcire l’inizio dell’anno: l’avvolgente mondo dei vini dolci. In questo articolo, ci addentreremo nella dolcezza di questi nettari, esplorando cosa rende un vino “dolce” e come questa delizia enologica può trasformare Gennaio in un viaggio di piacere e scoperta.

Gennaio: perchè tutta questa malinconia?

L’idea che Gennaio sia il mese più triste dell’anno spesso è associata al cosiddetto “Blue Monday” – che quest’anno ricorre Lunedì 15 Gennaio. Il Blue Monday è un termine coniato per descrivere il terzo lunedì di Gennaio, considerato dagli esperti come il giorno più deprimente dell’anno. Questa concezione si basa su una formula che tiene conto di vari fattori, tra cui il tempo trascorso dalle festività natalizie, il meteo stagionale, le spese pazze accumulate durante lo shopping natalizio, la motivazione e la necessità di adottare nuove abitudini o cambiamenti nella vita.

Migliorare la giornata con un tocco di... dolcezza!

Il sapore dolce è intrinsecamente legato a una risposta positiva del nostro cervello. Consumare alimenti zuccherati può attivare la produzione di endorfine, neurotrasmettitori noti per agire come analgesici naturali e induttori di sensazioni di piacere e benessere. Questi “ormoni della felicità” interagiscono con i recettori del cervello per alleviare lo stress e migliorare temporaneamente l’umore. Di conseguenza, il gusto dolce può fungere da conforto emotivo, offrendo un momento di piacere e distrazione dalle tensioni quotidiane. È però fondamentale mantenere un equilibrio nell’approccio al consumo di questo tipo di sostanze, poiché un eccesso può comportare effetti avversi sulla salute fisica e mentale. La moderazione è la chiave per godere dei benefici psicologici del sapore dolce senza compromettere il benessere complessivo.

Cosa rende i vini dolci?

La dolcezza in un vino è il risultato della presenza residua di zuccheri dopo il completamento della fermentazione. Durante il processo di fermentazione, il lievito converte gli zuccheri presenti nell’uva in alcol e anidride carbonica. Se il processo di fermentazione viene interrotto prima che tutti gli zuccheri siano trasformati in alcol, il vino risultante conserverà una maggiore quantità di zuccheri, conferendogli un gusto dolce.

Esistono diversi modi per ottenere vini dolci:

  • Fermentazione Arrestata: Nel caso della fermentazione arrestata, il produttore interrompe deliberatamente il processo prima che tutti gli zuccheri siano completamente convertiti. Ciò può essere fatto abbassando la temperatura, aggiungendo alcol o utilizzando metodi di filtrazione per rimuovere il lievito.
  • Aggiunta di Mosto o Süssreserve: Alcuni produttori di vino aggiungono mosto (il succo d’uva non fermentato) al vino già fermentato per aumentare la dolcezza. Questa pratica è comune, per esempio, in vini come il Sauternes.
  • Asciugatura dell’Uva: In alcuni casi, l’uva viene lasciata appassire o essiccare prima della fermentazione. Questo processo concentra gli zuccheri nel mosto, producendo vini più ricchi e dolci come l’Amarone.
  • Blocco della Fermentazione: L’aggiunta di alcol (come nel caso dei vini liquorosi) o l’uso di tecnologie moderne possono impedire la fermentazione completa, preservando così la dolcezza naturale del vino.
Vini dolci | Jean Baptiste Audy Château Peyruchet Cuvée Jean Baptiste

JEAN BAPTISTE AUDY CHÂTEAU PEYRUCHET CUVÉE JEAN BAPTISTE
60% pinot auxerrois, 25% pinot blanc, 15% pinot gris

Il Vigneto è situato nel pittoresco comune di Loupiac, di fronte alle prestigiose denominazioni Barsac e Sauternes. Il suolo, ricco di argilla-sabbiosa e argilla-graveleux, contribuisce alla formazione di uve di alta qualità. Con una media di 40 anni, le vigne testimoniano la tradizione e la maestria coltivativa_ la vendemmia manuale e tardiva, eseguita con cura, assicura uve mature al punto giusto, mentre la vinificazione avviene a una temperatura controllata di 18°C in cuves inox, con una macerazione prolungata che enfatizza le caratteristiche uniche del territorio. Con una produzione annuale limitata a 5.000 bottiglie, questo vino si distingue per la sua fragranza, freschezza e aromaticità, regalando al palato note fruttate e floreali: un’alternativa raffinata ai vini liquorosi.

DOMAINE BAUD VIN DE PAILLE
1/3 savagnin, 1/3 chardonnay, 1/3 poulsard

Secondo la tradizione, le uve utilizzate per la vinificazione vengono appassite per 4/5 mesi su graticci di paglia: il termine “Vin de Paille” si traduce letteralmente in “vino di paglia”, sottolineando l’importanza di questo processo unico. Durante questo periodo di appassimento, il succo delle uve si concentra notevolmente, producendo un liquido ricco e dalla resa limitata. La fermentazione, intrapresa con estrema lentezza, si interrompe in modo naturale quando il vino raggiunge circa i 14°. L’affinamento successivo avviene in piccole botti per almeno 3 anni, conferendo al vino un colore giallo oro antico. Al naso rivela la caratteristica nota ossidativa tipica dei vini di questa regione, arricchita da sfumature mielate, frutta candita, mallo di noce e fichi secchi. Il risultato è un vino dolce di rara e preziosa eleganza, un autentico capolavoro.

Vini dolci | Domaine Baud Vin de paille
Vini dolci | Ugo Bing Fattoria di Fiano Vin Santo del Chianti DOC

UGO BING FATTORIA DI FIANO VIN SANTO DEL CHIANTI DOC
Trebbiano, malvasia, san colombano

Originario da vigneti con una media di età di 20 anni, la sua vinificazione segue i principi della tradizione, mentre il processo di affinamento si estende per 13 anni in caratelli di rovere, seguiti da ulteriori 3 anni in barriques di Troncais. La produzione annuale è limitata a 380 bottiglie, assicurando una cura artigianale e una dedizione senza pari in ogni fase della creazione. Al naso, si svela una ricca complessità fruttata con suggestive note di albicocca, uva passa, frutta candita, fico passito, mandorle amare, noce e un sottile tocco di amaretto di Saronno, armonizzate splendidamente con delicate sfumature di vaniglia. In bocca, questo vino si presenta con un profilo intenso e concentrato, bilanciato da una vivace acidità, straordinaria morbidezza e una persistenza che sembra infinita. Un’autentica esperienza enologica che unisce maestria artigianale e dedizione per creare un nettare dal carattere quasi eterno.

Vini dolci: addolciamo questo Gennaio…

Il vino dolce, con la sua ricca storia e varietà di profumi e sapori, occupa un ruolo distintivo e prezioso nella cultura enogastronomica italiana e non solo. Le sue varietà, dalle sfumature leggere e fruttate a quelle più ricche e complesse, permettono di abbinarsi a una vasta gamma di situazioni: possiamo quindi affermare che i vini dolci sono quindi ambasciatori della gioia e della convivialità, ideali per migliorare questo bigio Gennaio!

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Vini per le feste & brindisi d’autore

Vini per le feste & brindisi d'autore
Vini per le feste: Dicembre è il mese dell’anno in cui la magia delle festività avvolge ogni angolo. Per rendere davvero uniche le celebrazioni natalizie e di Capodanno, niente supera l’eleganza effervescente dei vini festivi.
Scopriamo le caratteristiche dei vini bianchi frizzanti della nostra selezione e come scegliere il vino perfetto per le feste: ogni paragrafo è un invito a immergersi nell’arte e nel mood del Natale. Da vini maturati su terreni vulcanici a champagne provenienti dalle rinomate regioni francesi, ogni racconto culmina in una selezione unica di vini bianchi frizzanti. Sia che siate amanti della Garganega o appassionati di Champagne, in questo articolo troverete diverse chicche per un’autentica esperienza enologica durante le festività.

Le origini del Brindisi

Il gesto di sollevare un bicchiere e brindare all’arrivo del nuovo anno ha radici antiche, risalenti a tradizioni cariche di significato. L’usanza del brindisi di Capodanno ha le sue origini nell’antica Roma, dove si credeva che il suono dei bicchieri alzati e il tintinnio delle coppe potessero scacciare gli spiriti maligni e portare fortuna. Questa pratica si è evoluta nel corso dei secoli, diventando un rituale universale di gioia e auspicio per un futuro prospero.

Oltre a brindare alla fine dell’anno trascorso e all’inizio di uno nuovo, il gesto del brindisi rappresenta l’unità, la gratitudine e l’ottimismo. 

Ma perché i vini per le feste sono rinomatamente vini bianchi frizzanti?

La risposta risiede nel carattere effervescente e festoso di questi vini. Le bollicine che danzano nel bicchiere e la sensazione effervescente in bocca aggiungono un tocco di gioia e festa a ogni sorso, creando l’atmosfera ideale per celebrare momenti speciali. Spumanti, Champagne e non solo, con la loro versatilità e varietà, si adattano a una vasta gamma di palati, soddisfacendo sia chi ama il gusto secco e minerale che chi predilige una dolcezza più pronunciata. La loro capacità di accostarsi ad una grandissima varietà di piatti, dai frutti di mare agli antipasti leggeri, li rende vini adatti a ogni fase del pasto durante le festività.

Inoltre, i vini bianchi frizzanti sono spesso associati a uno stile di vita elegante e celebrativo. Aprire una bottiglia di questo genere diventa un gesto simbolico di festa e condivisione, contribuendo a creare ricordi indimenticabili durante le riunioni di famiglia, le cene con gli amici e le festività in generale.

Vini per le feste | CORTENERA CUVÉE GINEVRA METODO CLASSICO 100% garganega

DOMAINE SCHOFFIT CREMANT D’ALSACE
60% pinot auxerrois, 25% pinot blanc, 15% pinot gris

Un crémant unico, frutto dell’arte di un produttore che privilegia la maturità delle uve rispetto all’acidità. Questa scelta audace si traduce in un vino fermo con elevato residuo zuccherino, essenziale per una fermentazione in bottiglia impeccabile. Dal colore oro brillante, sprigiona aromi di frutta matura e fiori bianchi. L’eleganza e la freschezza sono sottolineate da una perfetta acidità, riflessa in una maturazione fenolica impeccabile.

CHARPENTIER TRADITION BRUT
80% pinot meunier, 15% chardonnay, 5% pinot noir

Una cuvée distintiva che incarna l’anima dell’azienda, ottenuta con il 15% di vin de réserve. I profumi freschi di agrumi canditi e il tocco di pane tostato danzano delicatamente nel bicchiere. Questo vino cremoso si rivela al palato con un sorso avvolgente e morbido, guidato da una vena sapida e fresca. La maturazione su fecce per 36 mesi dona complessità, mentre il dosaggio di 8 gr/lt aggiunge la giusta dolcezza.

Vini per le feste | CHARPENTIER TRADITION BRUT 80% pinot meunier, 15% chardonnay, 5% pinot noir
Vini per le feste | CORTENERA CUVÉE GINEVRA METODO CLASSICO 100% garganega

CORTENERA CUVÉE GINEVRA METODO CLASSICO
100% garganega

Vino unico, prodotto da vigne con più di 30 anni, cresciute su terreni collinari di tufi basaltici terrosi di origine vulcanica. Con una spiccata sfumatura di giallo, questa pregiata creazione offre una spuma soffice e abbondante, con un perlage estremamente fine, sottile e persistente. Il profumo complesso svela note variegate di frutta esotica, miele e castagne. Il sapore evoluto è arricchito da note speziate e terziarie. Svolge dai 48 ai 60 mesi sui lieviti ed ha un dosaggio di 2gr/lt.

Vini per le feste: come scegliere?

La scelta dei giusti vini per le feste è un viaggio sensoriale che può trasformare la tua esperienza culinaria: quando si cerca il perfetto vino frizzante, considerare varietà di uve meno conosciute – ma sempre molto apprezzate – come la Garganega può portare a scoperte sorprendenti ed inaspettate. La Garganega, con le sue radici nel nord Italia, regala vini freschi e aromatici, perfetti per chi cerca un’opzione leggermente più complessa rispetto agli spumanti tradizionali e vuole provare qualcosa di diverso dal classico Prosecco pur restando “in Veneto”. 

Se si desidera abbracciare il massimo lusso, non c’è nulla che possa competere con lo champagne. Proveniente dalla regalità delle regioni vinicole francesi, lo champagne incarna l’eleganza in ogni bollicina. La sua complessità aromatica, unita a una finitura persistente, lo rende il compagno ideale per festeggiare le occasioni speciali ed in particolar modo il periodo Natalizio. In sostanza, la scelta del vino perfetto dipende moltissimo dai gusti personali e dall’atmosfera desiderata: esplorare tutte le opzioni presenti nel nostro catalogo per lasciarti sorprendere e… festeggiare! 

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Il Miglior Olio Extravergine di Oliva al mondo… è Viola!

Il Miglior Olio Extravergine di Oliva al mondo... è Viola!

Il Miglior Olio Extravergine di Oliva è Viola? In Bereepassione non ci occupiamo solo di Vini pregiati: quella che vi presentiamo in questo articolo è la storia del Miglior Olio Extravergine di Oliva al Mondo e del suo produttore, Marco Viola. Curiosi? Non vi resta che continuare la lettura…

La storia dell’olivo e del suo prezioso prodotto, l’olio d’oliva, è intrisa di cultura, tradizione e passione. Risalendo a millenni fa, questa storia affonda le radici nelle antiche civiltà del Medio Oriente, e nel corso dei secoli si è diffusa lungo le coste del Mediterraneo, dell’Africa e del Sud Europa. Oggi, grazie al contributo di appassionati come Marco Viola, il futuro dell’olio d’oliva italiano è più radioso che mai.

Un Viaggio Nel Passato

Fin dal 5000 a.C., la coltivazione delle olive era pratica comune nelle regioni del Medio Oriente. Questa si diffuse rapidamente lungo le coste del Mediterraneo, dell’Africa e del Sud Europa. La conoscenza e l’apprezzamento di questo oro verde si devono ai Fenici, famosi per i loro intensi commerci via mare. Grazie a loro, l’olio d’oliva divenne noto in tutto il Mediterraneo e particolarmente in Grecia, dove era utilizzato non solo come alimento, ma anche come medicinale, cosmetico e come protezione per atleti e guerrieri.

I Romani, in seguito, promossero la coltivazione dell’olivo nelle regioni da loro conquistate, contribuendo alla sua diffusione in tutta l’area mediterranea, mentre nel Medioevo nacque l’intuizione di recuperare i terreni migliori per la produzione di oli d’oliva, riconoscendo il suo valore come merce preziosa. Questo contribuì significativamente al successo dell’olio d’oliva.

L'Epoca d'Oro in Italia

Nel 1400, l’Italia si affermò come il principale produttore di olio d’oliva nel mondo. La sua produzione e il suo consumo si espansero notevolmente, e l’olio d’oliva divenne un pilastro dell’alimentazione mediterranea. Proprio la dieta mediterranea, rinomata per i suoi benefici per la salute, ha ulteriormente contribuito al successo dell’olio d’oliva, rendendolo uno dei prodotti alimentari italiani più amati e esportati in tutto il mondo.

Marco Viola: Una Storia di Passione e Dedizione per l'olio extravergine di oliva

Per Marco Viola, l’olivo rappresenta l’albero genealogico della sua famiglia. Le radici di questa storia affondano nell’Ottocento, quando Biagio e Lucia trasmisero la loro passione per l’olivicoltura al figlio Ferdinando. Successivamente, Diamante, figlio di Ferdinando, aggiunse lo spirito imprenditoriale alla famiglia, estendendo le terre coltivate a 30 ettari e aprendo il primo frantoio Viola nel castello di Sant’Eraclio.

Biagio Viola, figlio di Diamante e padre di Marco, divenne il custode delle emozioni familiari legate alla terra e all’oliva: un frutto straordinario che richiede rispetto e pazienza e con la quale la famiglia Viola ha vissuto in simbiosi per oltre 150 anni. Oggi in Marco Viola è presente una profonda connessione con l’olivo e dedica una scrupolosa cura a tutte le fasi della produzione, dall’oliva raccolta alla tavola dei consumatori.

Il Miglior Olio Extravergine di Oliva al mondo... è Viola!

Il Passo delle Capre
il miglior olio extravergine di oliva al mondo

“Il Passo delle Capre” è l’olio extravergine d’oliva che incarna una nuova visione. Quest’olio, grazie alla sapiente cura tramandata nella famiglia Viola, si distingue per la sua limpidezza, fluidità e colore verde con riflessi dorati. Il suo profumo è elegante, con sentori di cuore di carciofo, erbe di campo e lattuga, arricchiti da note complesse di menta, salvia e mandorla bianca. Al palato, emergono i sapori del carciofo, della cannella e della mandorla bianca, con un retrogusto piccante di pepe nero. L’amaro è presente ma ben integrato nella struttura complessiva. 

È con grande orgoglio che possiamo vantare che nel 2023 Viola Bio "Il Passo delle Capre" si è classificato al primo posto alla XXVIII edizione di BIOL, il prestigioso riconoscimento per il miglior olio extravergine organico al mondo. Un onore che sottolinea la qualità e l'impegno costante di Marco Viola e della sua famiglia nel produrre un olio d'oliva eccezionale.

La storia millenaria dell’olio d’oliva si intreccia con le vite appassionate dei produttori come Marco Viola, il cui impegno e dedizione assicurano un futuro brillante per questo straordinario prodotto italiano. Grazie a persone come lui, l’olio d’oliva continuerà a essere un ambasciatore della cultura e della tradizione italiane nel mondo. 

Scopri tutta la nostra selezione nel nostro Catalogo.